Varco nel muro Lo stop ai lavori rivendicato da FdI

Varco nel muro Lo stop ai lavori rivendicato da FdI
PORCIA«La nostra intenzione è stata solamente quella di impedire l'abbattimento di una porzione di muro storico, un intervento non reversibile, di tutelare nella sua integrità...

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PORCIA
«La nostra intenzione è stata solamente quella di impedire l'abbattimento di una porzione di muro storico, un intervento non reversibile, di tutelare nella sua integrità il complesso monumentale così come ci è giunto, così com'è arrivato fino ai giorni nostri, nel pieno rispetto di quelle che sono le sue valenze sia estetiche che storiche. Conservare è un atto di grande responsabilità. Non va attuato nell'ottica di perdere qualcosa ma di mantenerlo, per il futuro recupero della memoria».

Spiega così il coordinamento comunale di Fratelli d'Italia la decisione - condivisa con Lega e lista civica Per Porcia - di scrivere alla Sovrintendenza quella lettera aperta che ha portato allo stop all'apertura di un varco nel muro di cinta di Villa Correr Dolfin. Fratelli d'Italia contesta il fatto che la decisione sia frutto di un processo di condivisione con la cittadinanza: «La bontà del proposito populista ha fallito: un alterno oscillare di due o tre decine di persone radunatesi al rituale in loco sarà anche apprezzabile, ma non può essere ripetutamente considerato rappresentativo della volontà espressa dall'intera cittadinanza. Un'iniziativa buona nello spirito ma a dir poco deludente negli effetti. Solo a seguito della revoca in autotutela da parte della Soprintendenza dei lavori di apertura del nuovo varco molti cittadini di Porcia sono venuti a sapere che l'intervento lo prevedeva».
«Sorge spontaneo domandarsi - aggiunge il coordinamento di FdI - se impegnare ingenti risorse economiche per la demolizione di un muro monumentale per soddisfare discutibili esigenze di funzionalità sia davvero opportuno. Ogni risorsa andrebbe impiegata per il recupero e la conservazione dell'intero complesso monumentale in allarmante stato di degrado. La destinazione d'uso inoltre non deve essere mai una forzatura per il restauro. Se l'obiettivo di fare concerti e spettacoli si scontra con la realtà, e il bene storico non presenta l'attitudine a quel tipo di funzione, esso sarà adatto per altri scopi e non se ne può fare un uso spregiudicato e smaliziato come stiamo assistendo. L'intervento di restauro conservativo è finalizzato a rimuovere il degrado e non può per queste ragioni contemplare l'abbattimento del manufatto cioè procurare un danno».

«Non vorremmo però essere fraintesi - precisano i referenti di FdI -: non siamo votati all'immobilismo e tantomeno al congelamento del complesso di Villa Dolfin. La logica dei percorsi ciclopedonali è condivisibile, come lo è il ripristino delle aperture e dei varchi esistenti ma inagibili, mentre anche nell'ottica della valorizzazione del monumento la volontà di destinare un'area a orti sociali dal nostro punto di vista ne svilisce l'immagine».
L.Z.
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Il Gazzettino