«Uniti dallo stesso valore dei monti»

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LA PRESENTAZIONE
«Ci sono tanti motivi per cui uno scrive. Io ho cercato di salvare una cultura, una tradizione e la memoria di coloro con cui sono cresciuto. Sono tutti morti, io ho la fortuna di esser ancora qui solo per un eccesso di salute che sto cercando di annientare». Esordisce così Mauro Corona, il noto scrittore, alpinista e scultore originario di Erto, intervenuto ieri sera al Teatro Verdi di Padova in occasione della presentazione del nuovo libro Il passo del vento. Sillabario alpino scritto con Matteo Righetto. «Conosco bene Padova dichiara Corona - sono rimasto folgorato dal cavallo di legno di Palazzo della Ragione. Una delle mie figlie ha studiato qui, viveva nella torre verde vicino alla stazione dei treni».

Mauro Corona e Matteo Righetto danno voce a ciò che per loro la montagna rappresenta. Nel libro attingono da un ricchissimo tesoro di esperienze personali, condensate in brevi racconti, epigrammi fulminanti, descrizioni di paesaggi naturali di bellezza inesprimibile. «Alla resa dei conti ho scoperto che loro erano meglio di me continua Corona -. Han vissuto nella semplicità più assoluta e senza nemmeno fare famiglia. Non hanno voluto impegnare nemmeno una donna, perché erano difficili. Questo è un libro scritto a due teste, non a quattro mani. Bisogna fare come le tegole del tetto, che si passano l'acqua tra loro, non tenersi dentro le cose. Comunicare tra di noi può essere un aiuto e la scrittura è una forma di confessione. È una intervista non richiesta. Io ho rivelato molte cose nei miei libri, cose che mi hanno rimproverato di aver detto. La strada in montagna è stata fatta nel 1904, conosco storie di incesti terrificanti, ma non le ho potute raccontare anche perché mi avrebbero tagliato il collo. Spioni mai».
TRA ROCCIA E BOSCHI
Tra le pagine si trova l'asprezza della roccia e la sfida delle vette, ma anche la carezza accogliente dei boschi, il ritmo lento del passeggiare; i ricordi vivissimi di un tempo che non esiste più e la consapevolezza urgente delle responsabilità da assumersi perché gli ambienti naturali possano sopravvivere ed essere il futuro dei nostri figli. «Con Mauro mi legano tante cose spiega Matteo Righetto Seppur in modi diversi, ci accompagna lo stesso valore della montagna. È raro incontrare autori così leali, che incarnano il valore dell'humanitas, Mauro è uno dei più grandi scrittori italiani. È stato il primo a riuscire ad unire il grande pubblico alla montagna. Prima era solo guide di alpinismo, storie belliche. Mauro spesso cita la frase di Mario Rigoni Stern, che parla dell'incontro tra due cani. Prima si annusano, se si piacciono scodinzolano altrimenti ringhiano. Per noi è stata buona la prima. Mauro in questi anni ha fatto un grande lavoro di recupero di storia e cultura. Le fatiche, le sofferenze e le difficoltà sono le stesse in ogni paese di montagna del mondo. Sono cose che rimarranno per sempre».
Matteo Righetto è docente di Lettere e studioso di Letteratura Ambientale e del Paesaggio, vive tra Padova e Colle Santa Lucia (Dolomiti).

«Io avevo sei anni, mio fratello cinque e fummo abbandonati con genitori viventi ricorda Corona . Poi mio fratello fu ammazzato in Germania. Era andato a lavare piatti lì nel 68, non aveva neanche diciotto anni, lo hanno trovato a bordo piscina con la testa rotta in mezzo alle bottiglie vuote. D'estate ci sbattevano nelle malghe, con solo vitto e alloggio. Lì ho imparato la manualità, facevo il burro. Eravamo ragazzini di dieci anni. Ma non lo dico con rimpianto, noi stavamo bene perché non avevamo bisogno di ciò che non avevamo. Ricordo quando il burro diventava solido e noi non ce la facevamo più».
Elisa Fais
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino