«Unioni, Regione sleale»

«Unioni, Regione sleale»
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Hanno qualche mese di tempo per pensare e individuare le azioni più consone alla loro battaglia, ma che questa continui è praticamente certo. Si sprecano le accuse di «slealtà» alla Regione. È infatti questo il clima che si è respirato ieri sera tra i sindaci "ribelli" sul fronte della riforma degli Enti locali, dopo quella che considerano «la delusione» subita dalla Giunta regionale e dalla maggioranza di governo.

Nel mirino dei sindaci il «parziale rispetto» dell'accordo siglato con Regione e Anci Fvg la settimana scorsa e tradotto in modifica alla legge 26/2014 di riforma mercoledì in Consiglio regionale. Per i Comuni non aderenti alle Uti, le Unioni territoriali intercomunali, le «penalizzazioni» sono state tolte per il 2016, come da accordo, ma «ricompaiono nel 2017 e 2018, contravvenendo al principio di libertà di scelta degli enti locali che ribadito anche il Tar Fvg», nella sentenza sui ricorsi presentati per la nomina da parte della Regione dei commissari che hanno guidato la definizione dello Statuto di 6 Uti su 18, ha sintetizzato al termine il sindaco di Talmassons. Pier Mauro Zanin. «È saltato il principio di leale collaborazione», ha proseguito, che era lo spirito «con cui abbiamo firmato l'accordo, nella convinzione che bisognava superare il contenzioso legale per trovare accordo e mediazione sul piano politico».
A far arrabbiare i sindaci, il fatto che nel patto si prevedeva l'eliminazione del taglio del fondo perequativo per il 2016, «ma era chiaro - continua Zanin - che la richiesta fosse sostenuta dal principio per cui né ora né mai devono essere penalizzati. I tagli, perciò, non possono ricomparire negli anni successivi». A maggior ragione se i Comuni raggiungono il principio di adeguatezza che li rende autonomi nella gestione delle funzioni.

Anche su questo punto, però, l'aula ha modificato quanto pattuito fuori dal Consiglio soprattutto per input dell'Anci. In pianura il parametro d'adeguatezza non sarà di 7.500 ma di 15mila abitanti, come da emendamento presentato e accolto dal capogruppo del Pd, Diego Moretti. «È una forzatura», nella lettura dei sindaci dissenzienti. Che ora hanno gli occhi puntati sul primo luglio, quando le Uti cominceranno ad essere operative. «Sarà curioso verificare come si muoveranno le 6 Unioni fantasma, quelle che sono nate su uno Statuto illegittimo, perché illegittima è stata la nomina del commissario che li ha approvati», hanno concluso sibillini.
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Il Gazzettino