Una Sonnambula alla maniera di Sanquirico

Una Sonnambula alla maniera di Sanquirico
TREVISO - Nel nostro tempo talora si affaccia un interesse ricostruttivo, non soltanto per l'esecuzione musicale, ma anche, seppure più raramente, per gli allestimenti scenici....

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TREVISO - Nel nostro tempo talora si affaccia un interesse ricostruttivo, non soltanto per l'esecuzione musicale, ma anche, seppure più raramente, per gli allestimenti scenici.

La nuova produzione della “Sonnambula” al Comunale di Treviso riproduce le scenografie originali del 1831 di Alessandro Sanquirico, tra i massimi scenografi italiani dell'Ottocento. È una proposta molto interessante e fedele, anche perché quel lontano spettacolo è ben documentato da litografie d'epoca edite da Ricordi.
Sanquirico si muove in un ambito neoclassico, vicino all'armonioso mondo culturale del librettista Felice Romani, rispettandone il carattere aulico, specie nell'architettura spaziata del secondo quadro, mentre i paesaggi sfiorano la temperie romantica. Singolari i costumi di Veronica Pattuelli, che pur tengono conto delle fonti ottocentesche. Peccato che la regia di Alessandro Londei si esprima con un bozzettismo dialettale.
Sorprende il direttore veneziano Francesco Ommassini per la finezza intimistica e per la fluidità discorsiva: un nuovo interprete del melodramma romantico.
Amina è il soprano Rosanna Savoia, affabile nel canto spianato, ma spaesata negli ardori virtuosistici della cabaletta finale.
Il vero protagonista della serata è l'Elvino del tenore messicano Jesus Leon, che coniuga mirabilmente la pienezza del suono con la tecnica belcantistica. Fine la Lisa di Daniela Cappiello e nobile il Conte Rodolfo di Andreas Gies, che però è più un baritono acuto che un basso cantante. Successo molto cordiale.
Mario Messinis

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Il Gazzettino