«Una fiammata, poi il violento botto: sono volato fuori»

«Una fiammata, poi il violento botto: sono volato fuori»
IL FERITOPADOVA Un'ustione di primo e secondo grado alla mano destra. Giampaolo Minazzato, da sette anni volontario della Croce Rossa di Padova, esce dal Pronto soccorso centrale...

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IL FERITO
PADOVA Un'ustione di primo e secondo grado alla mano destra. Giampaolo Minazzato, da sette anni volontario della Croce Rossa di Padova, esce dal Pronto soccorso centrale dell'Azienda ospedaliera con una grande fasciatura al braccio. Si sente un miracolato? «Sto bene, sono stato molto fortunato, oggi (ieri, ndr) qui mi hanno solo medicato. Dovevo montare alle 7, una mezz'ora prima ci siamo trovati come consuetudine per fare il controllo dell'ambulanza, verifica della dotazione che comprende anche la quantità di ossigeno a disposizione. Io ero seduto dietro, ho aperto la bombola per verificare che le componenti fossero tutte a posto, c'è stata una fiammata improvvisa, accompagnata da un violento botto, un'esplosione che ha investito anche la macchina: nel giro di pochissimo, il fuoco ha avvolto l'ambulanza».

In quel momento quanti eravate?
«In tre, io ero a bordo del mezzo, nella parte posteriore perchè le bombole si controllano da dietro, un collega era accanto a me e fortunatamente avevamo la porta posteriore aperta. Un terzo era sceso a prendere del materiale che mancava. Appena ho sentito il botto e un grande caldo alla mano, sono scappato. Anzi, più precisamente siamo volati fuori. La mano mi bruciava. Paura? Non l'ho provata subito, adesso ripensandoci...».
Da addetti ai lavori, quale spiegazione vi siete dati?
«Non ho assolutamente la più pallida idea, non saprei proprio, ancora adesso non capisco cosa possa essere successo. Il vano bombole non è sigillato, è aperto ed è difficilmente ipotizzabile che ci siano state perdite che abbiano saturato l'ambiente. Solitamente l'apertura della bombola avviene non guardandola direttamente ma leggermente girati: si prende la manopola, la si gira, un gesto di routine per noi, che prima d'ora non aveva mai creato problemi. Ovviamente l'ambulanza aveva il motore spento, accese c'erano solo le luci-giorno, quelle all'interno che praticamente sono accese sempre. Non c'era nessun motivo per allertarsi diversamente dal solito, sembrava un giorno come un altro. Ripeto, un intervento consuetudinario che facciamo tutte le volte che iniziamo il turno e tutte le volte che apriamo l'ossigeno per darlo ai pazienti».

Giampaolo Minazzato saluta e parte, a bordo di un'altra ambulanza della Croce Rossa: «Continuo a fare il volontario, con la passione di sempre».
F.Capp.
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Il Gazzettino