«Una distesa di cemento sul castello del Catajo»

«Una distesa di cemento sul castello del Catajo»
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«Un anno e mezzo fa ho acquistato il Castello del Catajo per metterlo a disposizione della comunità, non per organizzare feste private. Il centro commerciale a 500 metri in linea d'aria da qui è uno sfregio all'intero territorio». Sergio Cervellin, il proprietario dell'antico maniero, tuona contro l'ipermercato che verrà costruito a ridosso del casello di Terme Euganee. «La società Deda ha dichiarato che la mega struttura di vendita tutelerà la vista sul Catajo. Siamo all'assurdo. Semmai è vero proprio il contrario». L'imprenditore trevigiano invita l'amministratore delegato del sodalizio, Rodolfo Cetera, «a venire nella famosa terrazza dei ricevimenti. Potrà così ammirare di persona un paesaggio ancora incontaminato». «Non basterebbe una collina alta 200 metri a nascondere quello scatolone di cemento». Secondo il proprietario «il maniero non è un luogo chiuso ed esclusivo, ma un museo aperto a tutti, peraltro sempre più visitato ed amato. Offre un modello di sviluppo sostenibile: un bene privato nella forma e d'interesse pubblico nella sostanza». Nei giorni scorsi Cervellin aveva avuto da ridire anche sull'atteggiamento del sindaco Davide Moro: a sua detta starebbe facendo nulla per tentare di fermare l'iter. «Guardiamo l'altra faccia della medaglia replica dal canto suo il primo cittadino . Grazie al nuovo centro commerciale il bacino dei potenziali visitatori del Catajo si allargherebbe in maniera esponenziale. Il Castello sarebbe il primo a trarne dei benefici».

La questione del centro commerciale, con continue prese di posizione dei diversi attori in gioco, ha le sembianze di una telenovela senza fine. Nel dibattito si inserisce pure il presidente di Ascom Padova Patrizio Bertin che propone al sindaco di «indire un referendum per sapere cosa ne pensano i carraresi in merito all'ipermercato. Continuiamo la nostra buona battaglia: quel mostro offenderà la cultura, desertificherà i paesi e affosserà l'economia locale. Sfidiamoci democraticamente nel segreto dell'urna: quanti sono i cittadini di Due Carrare che vogliono che il loro territorio sia coperto da migliaia di metri quadrati di cemento?». «Fanno finta di non comprendere che quella zona ha il bollino D4, la destinazione d'uso è segnata» - commenta il sindaco. «In assenza di un nuovo accordo di programma si ritorna al capolinea chiosa il presidente -. Il primissimo progetto prevede un centro commerciale a casette, ovvero una sorta di outlet che non è nelle corde di Deda. Ci sono diversi spazi di manovra, basta volerlo politicamente».
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Il Gazzettino