Crisi economica ma anche vuoti affettivi e relazionali. Per tendere un salvagente a bambini e ragazzi vittime di una società sempre più in ambasce, chiusa e indifferente,...
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I dati forniti dal "Tavolo nazionale Affido" indicano che in Veneto su un totale di 1998 minori collocati all'esterno della famiglia, 900 sono stati inseriti in comunità, 656 sono stati dati in affido extrafamiliare e 442 sono stati affidati a parenti. Le cifre riportate, pur essendo relative ad una annualità passata, dimostrano quanto il ricorso a strutture appositamente costituite sia ancora ampiamente perseguito. «Al centro vi è il minore - afferma il direttore dei Servizi sociali e della funzione territoriale dell'Ulss 16, Alessandro Pigatto - che deve essere tutelato in un percorso che fornisca un supporto emotivo, educativo e relazionale solido. Le storie di questi bambini sono spesso caratterizzate da sofferenza e paura, per questo gli strumenti che abbiamo a disposizione devono essere, non solo assicurati, ma messi in grado di operare in maniera adeguata ed efficace». Un onere finanziario notevole per i due enti che erogano ai gestori delle comunità impegnate a offrire quotidianamente un luogo sicuro e un corretto supporto emotivo ed educativo ai minori allontanati dal nucleo familiare.
Complessivamente la spesa annuale ammonta a circa 1.750.000 euro, dei quali 1.300.000 sono stati definiti alla luce della collaborazione raggiunta. «In questo momento storico-economico - aggiunge il direttore generale dell'Ulss 16, Urbano Brazzale - risulta fondamentale svolgere un lavoro di rete, perché bisogna avere uno sguardo di insieme dato da competenze diverse e complementari». Con l'intesa viene confermata da parte dei due principali attori pubblici locali la volontà di lavorare in maniera sinergica per offrire appropriate risposte alle diverse istanze di cui il sociale si compone. «Una grande sintonia - tira le somme l'assessore ai Servizi sociali del Comune di Padova, Alessandra Brunetti - con la quale offrire risposte che non abbiano un carattere emergenziale, ma che forniscano percorsi praticabili di sicurezza e qualità della vita di tutti i cittadini». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino