Un' impresa in crescita tra polemiche e controlli

Un' impresa in crescita tra polemiche e controlli
(g.f) La ditta Co.im.po. è sorta sul finire degli anni '90 del secolo scorso in località America di CàEmo, nel luogo in cui sorgeva una vecchia stalla. Nelle vasche...

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(g.f) La ditta Co.im.po. è sorta sul finire degli anni '90 del secolo scorso in località America di CàEmo, nel luogo in cui sorgeva una vecchia stalla. Nelle vasche dell'impianto vengono trattati fanghi pompabili e palabili. Al centro della cronaca sin dalla sua nascita per le emissioni di odori sgradevoli, che ammorbano l'aria del paese e delle zone limitrofe, l'azienda occupa al momento una decina di maestranze. Dalla sua costituzione ad oggi la Co.im.po ha ottenuto varie autorizzazioni ad incrementare la sua potenzialità di lavorazione. Dalla configurazione iniziale del 1997, di complessive 3mila tonnellate annue, si è passati, anno dopo anno, a 99mila tonnellate annue. Nel 2007 l'azienda aveva fatto richiesta di poter trattare ben 180mila tonnellate annue di prodotto. Il comune di Adria prima, dopo anche una petizione di oltre 500 firme, e poi la Provincia di Rovigo si erano opposte. O meglio, la Provincia aveva posto due condizioni a cui era quasi impossibile ottemperare: la condizione che venissero rispettati il fermo impianto e la sospensione dello spandimento in corrispondenza di condizioni climatiche sfavorevoli (vento, pioggia o gelo) e che si dimostrasse la effettiva disponibilità dei terreni agricoli atti a soddisfare detta potenzialità. La popolazione locale si era opposta anche perchè il decreto di autorizzazione, se fosse stato concesso, prevedeva un trattamento di stabilizzazione dei fanghi con tempi di trattamento inferiore a quelli previsti dai primi decreti. Queste riduzioni di tempi di lavorazione venivano considerate dalla popolazione alla stegua di ampliamenti occulti di produttività che avrebbero comportato aumenti di traffico per le vie del paese ed incrementi di cattivi odori, pericoli e disagi in paese. La popolazione aveva richiesto inoltre particolari controlli non solo sulle emissioni odorose ma anche sui fanghi trattati nell'impianto. Ma dall'analisi e dai controlli effettuati da Arpav non era mai emerso niente.
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Il Gazzettino