Tutte le parole della vita La malattia è commedia

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Se le immagini non possono essere doppiate, i dialoghi al contrario trovano in Italia buoni doppiatori. Come però rendere in italiano gli enormi strafalcioni linguistici e i doppi sensi involontari in francese di un uomo che, a causa di un ictus, ha perso il controllo e la memoria della parola deve essere stata impresa titanica. E tutto il corpo centrale di Un homme pressé (questo il titolo originale, molto più aderente) è giocato sugli effetti scompaginanti della parola nella vita di un uomo ai vertici della carriera (a quanto pare la vera di Christian Streiff manager della Peugeot licenziato in cinque minuti dopo un ictus). La commedia è molto qui e decisamente tutto nella faccia e nella enorme bravura di Fabrice Luchini su cui il film è costruito. Personaggio che all'inizio deve essere antipatico, prepotente, indifferente a chi lo circonda (compreso la figlia e la moglie morta senza le cure del marito) e che è costretto a fare un cammino anche fisico per accettarsi handicappato e accettare gli altri. Solo Luchini (attore di parola più che di posture facciali) poteva reggere e tenere in piedi ciò che il film è e vuole essere: una garbata, ironica, godibile, piccola commedia francese.

Giuseppe Ghigi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino