Troppi 60enni non si vaccinano «Attenti, siete quelli a rischio»

Troppi 60enni non si vaccinano «Attenti, siete quelli a rischio»
LA CAMPAGNATREVISO «Lanciamo un ultimo appello ai trevigiani tra i 60 e i 69 anni: prenotate la vaccinazione contro il coronavirus. Solo su domenica abbiamo 2.430 posti liberi....

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LA CAMPAGNA
TREVISO «Lanciamo un ultimo appello ai trevigiani tra i 60 e i 69 anni: prenotate la vaccinazione contro il coronavirus. Solo su domenica abbiamo 2.430 posti liberi. Occupateli. Questa oggi è la fascia di età più a rischio. Ce lo confermano i ricoveri in Terapia intensiva. Il vaccino rappresenta l'unica strada per uscire dall'epidemia». Francesco Benazzi, direttore generale dell'Usl della Marca, lo dice e lo ripete in ogni modo. Al momento si è fatta avanti meno della metà dei quasi 113mila trevigiani nati dal 1952 al 1961, compresi. La copertura relativa alla prima dose è al 45,5%. E fatica ad andare oltre. «Man mano che scendiamo con l'età, l'adesione cala, perché le persone progressivamente più giovani si sentono meno a rischio spiega il direttore ma è un ragionamento sbagliato. Bisogna capire che di pari passo si è abbassata l'età media delle persone che vengono ricoverate negli ospedali per infezione da coronavirus. E oggi la fascia tra i 60 e i 69 anni rientra appieno tra quelle più a rischio».

SOGLIE DI COPERTURA
Sono 60mila gli ultrasessantenni che ancora mancano all'appello. L'Usl auspica che tra questi almeno 40mila prenotino la vaccinazione attraverso il portale online Vaccinicovid.regione.veneto.it. È il numero che consentirebbe di arrivare a una copertura dell'80%, soglia fissata come obiettivo ideale. Praticamente il doppio rispetto al livello attuale. «Se si arriverà all'80% tra i cittadini tra i 60 e i 69 anni si potrà pensare di trascorrere un'estate tranquilla», indica Benazzi. Per gli ultrasessantenni non sono stati programmati Vax-day a libero accesso, senza bisogno di prenotare, come accaduto per gli over 70 e gli over 80. Mettere in moto una macchina del genere è particolarmente dispendioso sul piano delle energie. Anche da parte dei Comuni. «I sindaci hanno fatto un gran lavoro nei diversi Vax-day andando praticamente a contattare i cittadini di persona sottolinea il direttore generale ma è difficile continuare a chiedere loro un impegno del genere. Serve responsabilità da parte della gente». Cosa succederà se i 2.430 appuntamenti di domenica dovessero restare vuoti? Sabato l'Usl correrà ai ripari per coprire eventuali buchi contattando direttamente caregiver, badanti e conviventi di persone con disabilità. Si pensa anche alla possibilità di aprire subito le porte ai trevigiani tra i 50 e i 59 anni. Per questi ultimi serve il via libera della Regione. Se non sarà già in questo week-end, il semaforo verde per i cinquantenni potrebbe comunque essere acceso nel corso della prossima settimana.
ASTRAZENECA
In tutto ciò si deve anche fare i conti con chi rifiuta il vaccino indicato dai medici. Il problema è emerso in modo chiaro nel Vax-day di mercoledì aperto ai cittadini tra i 70 e i 74 anni. Sono stati oltre 300 quelli che hanno detto di no ad AstraZeneca. Se non ci sono particolari patologie, però, non si può chiedere di essere vaccinati con Pfizer o Moderna. Alcuni si sono convinti, discutendo con i medici che hanno fatto l'anamnesi. Altri 300, invece, se ne sono andati dal centro vaccinale senza sottoporsi all'iniezione. «Potranno eventualmente tornare a prenotarsi dice Benazzi non chiudiamo le porte, ma non possiamo vaccinare con Pfizer o Moderna le persone che non hanno problemi di salute». A livello complessivo, tra gli 88mila trevigiani tra i 70 e i 79 anni sono poco più di 17mila quelli che non hanno ancora ricevuto la prima dose (copertura all'80,4%). Mentre tra i 68mila over 80 mancano all'appello 8mila anziani. La metà di questi ultimi ha formalmente rifiutato il vaccino.
JOHNSON & JOHNSON

Per recuperare gli altri si fa affidamento sui medici di famiglia. «Consegneremo loro 3.500 dosi di Johnson & Johnson, che prevede una sola dose, senza richiami. Le abbiamo già a disposizione annuncia Benazzi con queste, i medici che lo vorranno potranno vaccinare direttamente nei loro ambulatori. In alternativa, possono venire a vaccinare nei nostri centri vaccinali, a quel punto usando i diversi sieri disponibili». Dopo gli ultimi strappi, oggi ci sarà un nuovo incontro tra l'Usl e i medici di famiglia. La Fimmg di Treviso porterà due proposte. Mentre lo Snami di Treviso ha già aperto le porte. «Tutte le rivendicazioni sono giuste, ma resta il fatto che non possiamo non partecipare alla campagna vaccinale», dice il segretario Bruno Di Daniel. Sul tavolo c'è l'ipotesi di dedicare delle giornate negli ambulatori dei medici di famiglia esclusivamente alle vaccinazioni anti-Covid. Oggi potrebbe arrivare l'okay definitivo.
Mauro Favaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino