Troppe pause al bar: vigile licenziato

Troppe pause al bar: vigile licenziato
IL CASOBELLUNO Troppi caffè e troppe soste nei bar della città: licenziato un vigile di Belluno. Erano state molte le segnalazioni da parte di consiglieri comunali e di...

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IL CASO
BELLUNO Troppi caffè e troppe soste nei bar della città: licenziato un vigile di Belluno. Erano state molte le segnalazioni da parte di consiglieri comunali e di cittadini incuriositi da quell'uomo in divisa ai banconi dei locali. La fine del procedimento disciplinare è arrivata qualche giorno fa con il peggiore degli esiti, per chi lo subisce: il licenziamento.

NESSUNA VITTORIA
Per l'assessore al personale, Francesca De Biasi «non è una vittoria per nessuno. E non è un giudizio alla persona». L'agente ha, però, anche altre gatte da pelare: un procedimento penale per truffa, sempre per aver utilizzato il tempo lavorativo per pause troppo lunghe. Un altro, gestito dalla Guardia di finanza, sta indagando l'aspetto erariale per un'attività di disc jockey remunerata all'interno di locali del capoluogo, per la quale avrebbe dovuto chiedere l'autorizzazione all'amministrazione. Autorizzazione e atti che non sono mai stati fatti pervenire. Tra i compiti dei vigili, infatti, c'è anche quello di effettuare una serie di verifiche nei locali pubblici, ecco che suonava un po' sconveniente lavorare sia come vigile, che come musicista o Dj, previa remunerazione. Il procedimento penale si è invece aperto una paio di anni fa.
I TESTIMONI
Frutto di una serie di testimonianze di persone, alcuni consiglieri comunali che avevano notato la disinvoltura dell'agente che, in orario di servizio, con la divisa, era solito soffermarsi in alcuni bar per buone mezze ore. Un comportamento che poi era stato segnalato alla Procura di Belluno, che ha avviato tutta una serie di riscontri del caso. Molti gli accertamenti eseguiti, che saranno raccontati solo durante la fase processuale, ma che sono stati sufficienti, per il sostituto procuratore Roberta Gallego, a chiudere le indagini chiedendo quindi in rinvio a giudizio. Nelle scorse settimane, all'agente della Polizia locale è stato recapitato il 415 bis, l'atto di chiusura delle indagini. Al vigile viene contestata la truffa. L'uomo si è rivolto all'avvocato Carlo Broli di Treviso, che ha redatto una memoria difensiva, che «non è stata ritenuta convincente spiega il legale - dal pubblico ministero. Affronteremo il processo. Io ritengo che il reato non sussista», chiude Broli. I fatti contestati risalirebbero a due anni fa. Una volta saputo che c'era la chiusura delle indagini e arrivate nuove segnalazioni, da parte di cittadini, anche Palazzo Rosso si è visto costretto a muoversi, benché pare che avvisaglie fossero già arrivate anche durante l'ultimo mandato di Antonio Prade e il primo di Jacopo Massaro. A novembre è stato aperto il procedimento disciplinare, il vigile si è fatto seguire dall'avvocato Francesco Masini. Una commissione che si è presa il tempo necessario per esaminare documenti, foto, video, segnalazioni e atti.
LA SOSTA

Il procedimento era stato interrotto dal Covid- 19, ma si è concluso un paio di settimane fa, decidendo per il licenziamento dell'agente. L'assessore De Biasi spiega: «Dall'anno scorso avevo premuto perché tornasse l'Udp, l'ufficio disciplinare interno del Comune. La commissione disciplinare è composta dal segretario comunale, da un avvocato esterno selezionato con avviso pubblico e dal personale del comune spiega l'assessore -. Ho piena fiducia della nostra commissione, sono certa che il lavoro è stato fatto accuratamente. E non è un giudizio alla persona». Francesca De Biasi parla di un «licenziamento dovuto», infatti la commissione ha «preso in esame diversi aspetti: ciò che viene fornito da altri enti, testimonianze, fonti riportate e documentazione. «Si è trattato di un lavoro complesso e motivato, ci sono state varie audizioni e molto a livello cartaceo», conclude l'assessore al Personale.
Federica Fant
© riproduzione riservata
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Il Gazzettino