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ROVIGO Non sapremo mai se anche lui è la vittima della articolata organizzazione criminale della Lettonia che aveva trovato in quel insospettabile pensionato il modo di ripulire i soldi della truffa telematica facendoli arrivare all'estero senza controlli. Di certo ha pagato caro l'essersi invaghito e l'aver creduto a una donna di quel Paese dell'Est. Ieri Renato De Conto, 66enne di Miane, accusato di riciclaggio è stato condannato a un anno, 9 mesi e 10 giorni di reclusione (pena sospesa). Nell'estate del 2016 trasferì, in modo da ostacolare la provenienza delittuosa del denaro, migliaia di euro, transitati nel suo conto corrente alla Cassa di Risparmio del Veneto di Lentiai, a un conto alla As Dnb Banka di Riga (Lettonia).
I soldi erano arrivati a De Conto con tre bonifici catturati in rete da abili truffatori informatici, rimasti ignoti. Gli hacker erano riusciti a trarre in inganno chi stava effettuando pagamenti di denaro tramite l'homebanking. Mentre gli utenti effettuavano il bonifico, venivano indirizzati su una pagina identica a quella dell'istituto bancario, dove i truffatori, tramite il cosiddetto phishing carpivano i loro dati. Tra le vittime, la rodigina Fratelli Zagato di Zagato Natalino che il 20 giugno 2016 aveva effettuato un pagamento da cinquemila euro.
Ieri in Tribunale a Belluno è stata ricostruita l'indagine. Nella perquisizione a casa di De Conto a Miane la polizia sequestrò il telefonino con la corrispondenza con la fantomatica donna lettone. Tra le mail anche la foto della distinta del bonifico appena effettuato. Forse era caduto anche lui in una trappola e quelli erano soldi che doveva inviare per fare venire in Italia la donna. Ma l'imputato, che non si è mai presentato in aula, non ha dato la sua versione dei fatti. Hanno parlato invece ieri le parti offese. La figlia del legale rappresentante della ditta di Rovigo: «Feci il bonifico, e mi accorsi solo mesi dopo che l'Iban era diverso».
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Il Gazzettino