Tribunale a rischio, D'Incà interroga

Tribunale a rischio, D'Incà interroga
BELLUNO - «Non è mia intenzione creare allarmismi, ma non dobbiamo sottovalutare come, all'interno delle riforme al sistema di giustizia italiano, potrebbe essere coinvolto il...

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BELLUNO - «Non è mia intenzione creare allarmismi, ma non dobbiamo sottovalutare come, all'interno delle riforme al sistema di giustizia italiano, potrebbe essere coinvolto il Tribunale di Belluno». Per il deputato pentastellato Federico D'Incà, il rischio che il palazzo di Giustizia possa chiudere è comunque concreto. «Dopo il taglio del tribunale di Pieve di Cadore e quello dei giudici di pace, nella nostra provincia si potrebbe prospettare nei prossimi anni una seconda fase in cui potrebbe essere preso in considerazione quanto scritto dalla Commissione Vietti per la gestione della geografia giudiziaria: all'interno si dice come non tutti i tribunali dei capoluoghi di provincia debbano essere salvati. Scompare dunque il criterio della salvaguardia del tribunale capoluogo di provincia che al momento tiene in vita quello di Belluno. È importante capire cosa succederà». Secondo le linee guida europee, gli uffici giudiziari ottimali vanno da 40 a 80 magistrati . I tribunali italiani sono in fascia intermedia mentre quello di Belluno è al di sotto dei 20 magistrati: «Rientra tra i primi che potrebbero saltare», avvisa D'Incà e per questo interrogherà il Ministro della Giustizia Orlando: «Un cittadino di Belluno e ancor di più di Laste di Rocca Pietore o del Comelico non può essere costretto ad andare fino a Treviso per avere giustizia».

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Il Gazzettino