Come ci possiamo proteggere? Quale sicurezza? Sono alcune domande poste agli ospiti del convegno "Quale Futuro? Ricominciamo dalla sicurezza", tenutosi ieri all'Auditorium...
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Tra i relatori, Flavio Tosi, sindaco di Verona, Alessandro Cucuzza, docente di Filosofia Sistematica, Maurizio Detalmo Mezzavilla, il comandante della Legione Carabinieri Veneto, Paolo Nardone, Generale Carabinieri direttore CoESPU e Giovanni D'Ercole, vescovo di Ascoli Piceno. Il futuro prospettato da Tosi non è incoraggiante. La sua preoccupazione è legata soprattutto al trasformarsi in legge del decreto della depenalizzazione, ovvero la possibilità di ridurre un reato che prevede anche la galera ad un illecito amministrativo. Ci sono più di cento reati in gioco, tra i quali l'omicidio colposo, la corruzione minorile, lo stalking, ma anche la resistenza alle forze dell'ordine: «Bisogna avere timore e rispetto verso la pubblica sicurezza - ha ribadito il sindaco - altrimenti salta il sistema, bisogna reintrodurre il senso civico dando per primi il buon esempio, partendo da noi che abbiamo ruoli di responsabilità verso i cittadini».
E un buon esempio è proprio quello portato dal carabiniere Alessandro Mazzanti, premiato in quest'occasione per aver rischiato la propria vita per salvare un ladro che poi ha arrestato. Più ottimista, invece, sembra essere il pensiero futuristico del generale Mezzavilla, che ha ricordato le emergenze del passato e i recenti successi, come lo sventato rapimento del figlio di un imprenditore a Thiene ed il sequestro dei beni della mafia per 130 milioni di ieri mattina ad opera dei Carabinieri del Nucleo investigativo di Padova. Ma su una cosa sono d'accordo tutti i relatori: che per una maggiore sicurezza debba contribuire ogni cittadino, creando sinergie con le forze dell'ordine.
Elena Ferrarese
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Il Gazzettino