Torch resta in cella, ma è ancora caccia all'uomo

Torch resta in cella, ma è ancora caccia all'uomo
LE INDAGINIPADOVA «Ma quali spaccate, sono innocente». Così si è difeso ieri mattina in carcere Amor Ben Lazhar Torch di 39 anni, davanti al Gip Cristina Cavaggion per...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
LE INDAGINI
PADOVA «Ma quali spaccate, sono innocente». Così si è difeso ieri mattina in carcere Amor Ben Lazhar Torch di 39 anni, davanti al Gip Cristina Cavaggion per l'interrogatorio di garanzia. Lo straniero, difeso dall'avvocato Luca Deiana, ha tentato di smontare tutte le accuse a suo carico. «La bicicletta con cui giro non l'ho rubata. L'ho acquistata da un amico tunisino. E quella sequestrata dalla polizia non è la mia, ma è identica alla mia» ha proseguito nella sua difesa. Il giudice gli ha poi chiesto spiegazioni sulla montagna di refurtiva trovata e sequestrata dagli inquirenti nella sua abitazione. «Non ho rubato nulla, sono tutte cose che ho regolarmente acquistato. Molte anche al mercatino di Brugine». Parole a cui il Gip non ha creduto, perchè dai primi accertamenti gran parte di quel materiale risulta essere provento di furto. Colpi in negozi e locali effettuati durante l'estate: sarà ora compito della Questura trovare i legittimi proprietari per la restituzione della merce. Insomma, Amor Ben Lazhar Torch non ha ammesso le sue colpe. Anzi ha anche raccontato al Gip di lavorare. «Sono un operaio della Fincantieri» ha giurato, ma i controlli incrociati eseguiti dall'autorità giudiziaria hanno portato alla luce un'altra realtà. Il presunto cittadino tunisino non ha alcun impiego. Morale, durante il suo interrogatorio lo straniero avrebbe dichiarato solo un mucchio di menzogne per tentare di evitare il carcere. Ma il Gip ne ha convalidato l'arresto per il pericolo della reiterazione del reato. E così, almeno fino a quando non si saranno concluse le indagini sull'ondata di spaccate nel centro storico, il trentanovenne resterà dietro alle sbarre di una cella della casa circondariale Due Palazzi.

Intanto polizia e carabinieri proseguono le indagini sia per capire se Torch è l'autore di ulteriori colpi sia per scoprire eventuali altri ladri.
«L'attività d'indagine continua senza interruzione - precisa il capo della Mobile, Mauro Carisdeo - Siamo certi che non tutte le spaccate sono da addebitare a Torch, quindi continuiamo a cercare i responsabili».
Secondo gli investigatori, infatti, sono più di uno di sicuro gli autori dei colpi, i modi di agire sono diversi, così come il tipo di refurtiva: c'è chi ha puntato dritto alla cassa, chi alle bottiglie di Champagne, chi al cibo.
Nel frattempo continuano anche i pattugliamenti notturni dei carabinieri che anche ieri notte hanno battuto a tappeto la città con un servizio straordinario di controllo del territorio finalizzato alla prevenzione dei reati contro il patrimonio, in particolare a tutela degli esercizi pubblici del centro. Sono stati identificate 48 persone e controllate 26 auto. Il comando provinciale dell'Arma ha evidenziato come durante la notte in giro per la città ci sono solamente sbandati e senza tetto, specialmente stranieri.
I carabinieri hanno arrestato Gazi Beh Haitaher, tunisino 22enne, colpito da un' ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale quale aggravio alla misura cautelare del divieto di dimora nella Regione Veneto, alla quale era già sottoposto per reati in materia di stupefacenti. E denunciate altre 8 persone, un italiano e 7 stranieri per false attestazioni sull'identità personale, inottemperanza all'ordine di espulsione o soggiorno illegale in Italia.

Nel frattempo i militari attendono la risposta sul Dna dal Ris di Parma per quanto riguarda gli altri sei sospettati a cui sono stati prelevati i campioni da comparare con le tracce biologiche elevate nei locali che hanno subito le spaccate. Tra loro potrebbe nascondersi un altro colpevole.
Marco Aldighieri
Marina Lucchin
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino