Tav a rischio: va ridiscussa Ma la Lega evita lo stop

Tav a rischio: va ridiscussa Ma la Lega evita lo stop
IL CASOROMA Se si confronta la bozza sfornata mercoledì sera con il testo del contratto di governo vistato ieri da Matteo Salvini e Luigi Di Maio dopo tre ore di vertice, la...

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IL CASO
ROMA Se si confronta la bozza sfornata mercoledì sera con il testo del contratto di governo vistato ieri da Matteo Salvini e Luigi Di Maio dopo tre ore di vertice, la linea ad Alta velocità Torino-Lione è salva. Ma come avviene in tutti i compromessi, la Lega dà per vinta la partita. E i 5Stelle, contrari alla Tav, pure. Di sicuro, c'è che a pagare il prezzo del salvataggio rischia di essere il Terzo valico ad alta capacità veloce: la linea ferroviaria che dovrebbe collegare Genova a Rotterdam, attraverso il corridoio Reno-Alpi. Di questa opera è scomparsa ogni traccia nella bozza definitiva. «Per salvare la Tav abbiamo dovuto fare questo sacrificio», spiega un leghista che ha partecipato alla trattativa.

Ma ecco la prima versione del testo: «Con riguardo alla linea ad Alta Velocità Torino-Lione, nell'applicazione dell'accordo tra Italia e Francia, ci impegniamo a sospendere i lavori esecutivi e ridiscuterne integralmente il progetto». Nel documento rivisto ieri mattina dai due leader c'è invece scritto: «Ci impegniamo a ridiscuterne integralmente il progetto nell'applicazione dell'accordo tra Italia e Francia». Per la Lega ciò significa che «la Tav si farà». Spiega un altro esponente che ha trattato con i 5Stelle: «Inizierà una discussione con i francesi, ma nel frattempo l'opera sarà completata. Ai grillini dovevamo pur concedere qualcosa a livello di immagine, nulla però di concreto». Più prudente Matteo Salvini: «Sulla Tav è in corso una riflessione anche dall'altra parte delle Alpi e riflettono loro possiamo farlo pure noi. Ma non creiamo un governo per smontare o per danneggiare: la stragrande maggioranza di quelle già pianificate e finanziate andrà assolutamente avanti».
Peccato che non la pensino allo stesso modo i 5Stelle. Laura Caselli, deputata grillina no-Tav che ha partecipato anche lei alla trattativa, mette a verbale: «Questa frase, cosi come scritta, rende più forte la nostra lotta. Perché appellarsi all'accordo tra Italia e Francia è un modo concreto per evidenziare l'inesistenza del presupposto alla realizzazione dell'opera».
Di certo, c'è che contro lo stop si schierano Forza Italia e il Pd. E che scendono in campo la Commissione europea con la commissaria ai Trasporti Violeta Bulc: «L'Italia ha firmato nel 2014 l'impegno a completare la Tav». E, soprattutto, la Francia dove, dopo che in luglio era stata chiesta «una pausa di riflessione», in autunno il presidente Emmanuel Macron ha dichiarato: «Il tunnel va completato, la Torino-Lione è un collegamento chiave». E ora Stephane Guggino, delegato generale del comitato della Transalpine che promuove la linea ad alta velocità, attacca: «La Francia ha sbloccato dei crediti, l'Europa ha fatto altrettanto. Se si decide unilateralmente di sospendere il progetto, di chiudere il cantiere, il Paese che si ritira deve rimborsare all'Europa e al suo partner francese le somme che hanno speso».
IL COSTO
Non si parla di pochi spiccioli. Per la tratta di 65 km (di cui 57 in galleria) tra Susa-Bussoleno e Saint-Jean-de-Maurienne sono stati spesi finora 1,5 miliardi: il 50% a carico dell'Unione europea, l'altro diviso a metà tra Roma e Parigi. E il costo finale dell'opera, i cui lavori (dopo anni di studi e lo scavo di 4 gallerie esplorative) dovrebbero cominciare all'inizio del prossimo anno, è di 8,6 miliardi: il 40% a carico della Ue, il 35% dell'Italia e il 25% della Francia. In più la penale in caso di rinuncia sarebbe di 2 miliardi, oltre alla perdita di circa 8mila posti di lavoro (indotto incluso).
IL PIANO DELRIO

Rischia lo stesso destino il piano infrastrutturale varato dal governo uscente con il ministro dei Trasporti, Graziano Delrio. Del Connettere l'Italia non c'è infatti menzione nel contratto giallo-verde. Significa che verrà abbandonato? Il danno sarebbe enorme: si tratta di un piano da 125 miliardi in 10 anni, di cui i due-terzi già finanziati, che oltre a includere la Tav e il Terzo Valico, prevede la realizzazione dell'Alta velocità tra Napoli e Bari, il raccordo Orte-Civitavecchia, l'ammodernamento di porti e aeroporti, le ciclovie turistiche, l'acquisto di autobus e, più semplicemente, la messa in sicurezza di strade e ferrovie attraverso un piano straordinario di manutenzione.
Alberto Gentili
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino