"Suina": il virus uccide ancora

"Suina": il virus uccide ancora
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Un'anziana, una ultrasettantenne di Sedico, non ce l'ha fatta. Il virus H1N1, che si era sommato alle sue pregresse patologie, ha rappresentato il colpo di grazia. Tant'è che la situazione generale, mercoledì sera, è precipitata. Salgono così a due i decessi causati in questa stagione invernale dall'influenza "suina" in provincia di Belluno. Il primo era avvenuto a Feltre: vittima un'altra donna.

La paziente era stata ricoverata il 14 gennaio nel reparto di medicina dell'ospedale San Martino di Belluno. Ma solo due giorni dopo si era reso indispensabile, per una gravissima polmonite bilaterale, il trasferimento nell'unità di malattie infettive. Della serietà del caso era ben consapevole il primario del reparto, Ermenegildo Francavilla: «Il virus H1N1 si è sovrapposto a patologie gravi preesistenti che hanno notevolmente immunosoppressa la paziente». Rendendola, di fatto, più vulnerabile all'aggressione del virus.
Nel reparto di malattie infettive l'anziana di Sedico è stata sottoposta alla terapia antinfluenzale e alla terapia antibiotica ad ampio spettro: «Così abbiamo rallentato l'evoluzione della malattia, prolungando la vita di due settimane. Certo il quadro polmonare era di estrema gravità», sottolinea il primario Francavilla.
Ora nell'unità di malattie infettive non sono ricoverati altri pazienti con influenza suina.
Nell'Usl 1, per quanto riguarda i casi di forme gravi e complicate di influenza, finora sono stati notificati sei casi di residenti. Un caso, il primo per l'ospedale San Martino, a fine 2014, più cinque casi nel 2015. A questi vanno aggiunti altri due casi gravi, ma di residenti in altra Usl.

Va comunque ricordato che l'allarme per la diffusione del virus H1N1 è partito quando ci si è accorti dell'alta incidenza rispetto ai precedenti cinque anni: «Quattro volte superiore - precisa il primario, che aggiunge - la circolazione del virus avviene in stretto rapporto con il livello di protezione della popolazione». Se, insomma, esiste un serbatoio di persone scoperte da vaccinazione, e magari già affette da altre malattie, la diffusione è facile. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino