Subissato dalle telefonate circa il prestito al Louvre del famoso Uomo di Vitruvio

Subissato dalle telefonate circa il prestito al Louvre del famoso Uomo di Vitruvio
Subissato dalle telefonate circa il prestito al Louvre del famoso Uomo di Vitruvio di Leonardo, tra le opere più simboliche del suo museo, Giulio Manieri Elia, attuale direttore...

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Subissato dalle telefonate circa il prestito al Louvre del famoso Uomo di Vitruvio di Leonardo, tra le opere più simboliche del suo museo, Giulio Manieri Elia, attuale direttore della Gallerie dell'Accademia, non perde il suo proverbiale aplomb e chiarisce: «Si tratta di scambi tra stati nell'ambito della diplomazia culturale. Ad alto livello».

Questo significa che Lei non ha voce in capitolo?
«No, anzi. Le Gallerie sono uno dei musei che godono di piena autonomia, quindi niente può essere deciso senza il parere del direttore».
Comunque ci saranno state garanzie per questo scambio.
«Otto settimane. Questo anche in considerazione del fatto che il disegno è stato esposto, quest'anno, per la durata di tre mesi, il massimo consentito secondo i canoni conservativi. Lo è stato dal 17 aprile al 14 luglio nel nostro museo per la mostra veneziana dal titolo L'uomo come modello del mondo. Insieme agli altri 25 disegni possediamo nella collezione».
Di conseguenza?
«Di conseguenza, una volta tornato da Parigi, non potrà più essere visibile per altri cinque anni. Sarà conservato nel nostro Gabinetto dei disegni. Al buio e nelle condizioni climatiche adeguate».
Siamo sicuri che lo stato di conservazione di un disegno per sua natura così fragile sia compatibile con il viaggio?
«Abbiamo richiesto diversi pareri dall'Opificio delle Pietre Dure di Firenze all'Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro specializzato per le opere su carta. Facendo una media delle opinioni espresse credo che si possa stare tranquilli».
La Presidente di Italia Nostra, Lidia Fersuoch, tuttavia, citando l'articolo 66 comma 2 del Codice dei beni culturali, che vieta l'esportazione di opere simbolo di un museo come è certamente l'uomo di Vitruvio, ha preannunciato un ricorso al Tar.
«Non sono preoccupato, mi sembra che il Tar abbia altre incombenze più importanti di cui occuparsi».
E poi c'è lo scambio con le opere di Raffaello.
«Al momento non ho informazioni in proposito. Anche in questo caso si rientra nell'ambito della diplomazia culturale concordata a livello di stati. Mi permette di precisare un fatto?»
Certamente.

«L'attenzione è tutta concentrata sull'uomo di Vitruvio. Lo capisco come fenomeno mediatico, ma non riduciamoci solamente a questo. Abbiamo anche altri capolavori e opere di grande importanza. Dal punto di vista culturale, ad esempio mi permetto di ricordare anche il ciclo di cinque conferenze ogni martedì alle 17, su La Vecchia di Giorgione di cui è stato fatto di recente un bellissimo restauro. Con la mia supervisione e in collaborazione con Guido Bono. Il ciclo proseguirà fino al 19 novembre. Questo per quanto riguarda l'aspetto culturale, ma poi ci sono tutte le incombenze relativi alla gestione, come la riorganizzazione degli spazi, il riordino della biglietteria e tutti i problemi di ordinaria amministrazione. Non fanno notizia, ma sono determinanti per la qualità di un museo tra i più prestigiosi a livello nazionale. E non solo».
Lidia Panzeri
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Il Gazzettino