I tirocinii scuola-lavoro inseriti dalla "legge Biagi" nel programma di studi si sono trasformati in lavoro irregolare, con studenti delle scuole alberghiere di 11 regioni...
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I dettagli dell'operazione sono stati forniti ieri, durante una conferenza stampa tenuta a Vicenza dal comandante provinciale delle fiamme gialle, col. Livio De Luca, dal comandante della stazione del Grappa, cap. Pietro De Angelis, e dal direttore della Direzione territoriale del lavoro, Francesco Bortolan.
Bassanese anche il nucleo a capo di due società, con residenza fittizia all'estero: la Mpm Group con sede legale a San Marino e la Work Passion con sede in Svizzera, con quest'ultima che a un certo punto ha di fatto conglobato la prima. Le due società erano condotte da quattro soggetti residenti ed operanti nel nostro comprensorio, che sono stati denunciati all'autorità giudiziaria e che ora dovranno rispondere di somministrazione fraudolenta di manodopera. A capo del quartetto un 40enne originario di Roma, per anni residente a Mussolente e che poi si è trasferito nel Paese di Guglielmo Tell. Nei guai è finita anche la moglie 35enne, legale rappresentante delle società: entrambi dovranno rispondere pure di frode fiscale e di omessa dichiarazione dei redditi, visto che l'attività si svolgeva completamente in Italia. Il quartetto era composto inoltre da un'altra donna di 50 anni, originaria degli Stati Uniti e residente a San Marino, seppur gravitante nel Bassanese, e un 52enne suo collaboratore, dimorante nel centro della città del Grappa.
I finanzieri hanno ricostruito la base imponibile sottratta a tassazione da parte delle due società, che raggiunge circa 1 milione di euro, con violazioni all'Iva pari a 200mila euro e la conseguente denuncia di 2 dei 4 anche per frode fiscale.
Il trucco era semplice: violando le normative vigenti, che prevedono un rapporto diretto tra istituti scolastici e strutture alberghiere, le società si interponevano illecitamente tra le scuole (al momento non sembrano esserci responsabilità per presidi e docenti), per la maggior parte localizzate nel centro-sud d'Italia, e gli hotel e ristoranti. L'operazione illecita consentiva ai ristoratori di impiegare per le proprie necessità (ad esempio per i matrimoni) una forza lavoro a basso costo, senza oneri contributivi, con la conseguente illecita concorrenza a danno degli altri operatori del settore. Il costo per studente era di 60 euro per settimana, un decimo del costo di un dipendente regolarmente assunto. Si preannunciano multe salatissime per gli esercenti, pari a un totale di 2,6 milioni di euro: se vorranno estinguere il reato dovranno pagare.
Le indagini condotte su scala nazionale dalla Compagnia di Bassano hanno coinvolto altri 30 reparti del Corpo con oltre 80 interventi presso le varie strutture interessate. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino