ISTANBUL - È sempre più forte la pista che porta a una cellula caucasica dell'Isis dietro l'attacco all'aeroporto Ataturk di Istanbul, che martedì sera ha causato 44 morti. Gli...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
A reclutare i kamikaze e a preparare a distanza la loro azione sarebbe stata la primula rossa cecena Ahmed Chataev, ritenuto a capo di una cellula caucasica dello Stato islamico impegnata in azioni terroristiche in Russia ed Europa, con almeno 130 combattenti operativi. Detto il "monco", perché privo di un avambraccio, è un reduce della seconda guerra cecena. In queste ore si scava sul suo passato, fatto di una lunga permanenza in Europa, dove è stato più volte arrestato ma mai estradato in Russia in virtù del suo status di rifugiato politico, concesso nel 2003 dall'Austria. Nel 2008 ha trascorso alcuni mesi in prigione in Svezia per traffico di armi. Le sue tracce emergono anche in Bulgaria, dove è stato arrestato nel maggio 2011 su mandato di cattura dell'Interpol richiesto dalla Russia. Ma un tribunale ne negò l'estradizione proprio perché rifugiato. Secondo le forze speciali russe, dall'aprile 2015 Chataev si sarebbe trasferito in Siria. Ad agosto, sostengono a Mosca, il suo dossier era stato consegnato agli 007 occidentali, e da ottobre sarebbe finito anche nel mirino degli Usa. Ad avvalorare la tesi che lo vede dietro l'attacco di Istanbul è giunta oggi anche la voce di Michael McCaul, a capo della commissione per la Sicurezza nazionale del Congresso. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino