Spunta un altro amante nel giallo di Sofiya scomparsa da un mese

Spunta un altro amante nel giallo di Sofiya scomparsa da un mese
IL CASOTREVISO Sofiya aveva un amante. Da nove anni. Ma non voleva lasciare Pascal per lui. Voleva farlo per un terzo uomo, un medico trevigiano conosciuto da pochi mesi, del...

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IL CASO
TREVISO Sofiya aveva un amante. Da nove anni. Ma non voleva lasciare Pascal per lui. Voleva farlo per un terzo uomo, un medico trevigiano conosciuto da pochi mesi, del quale si era follemente innamorata. «Preparati, perché andrò via» aveva detto al compagno, che reagì in modo furente e violento. Lui non accettava la fine di quella relazione che andava avanti da 16 anni. Nella deposizione ai carabinieri di un'amica di Sofiya Melnyk, la 43enne interprete ucraina sparita nel nulla dal 15 novembre scorso, ci sarebbe il movente del possibile omicidio suicidio di Cornuda. Un giallo che sta impegnando da oltre un mese gli investigatori trevigiani reso ancor più intricato dal suicidio del compagno della donna, Pascal Daniel Albanese, ex impiegato 50enne toltosi la vita lo scorso 26 novembre nella villetta di via Jona dove conviveva con Sofiya dal 2010, e dall'esito finora infruttuoso delle ricerche del corpo della donna che hanno visto impegnati oltre 500 uomini tra volontari e forze dell'ordine, che hanno messo al setaccio per 25 giorni vallate, crepacci e grotte dei Colli Asolani. Il sostituto procuratore Giulio Caprarola ha aperto due fascicoli: uno sulla scomparsa della 43enne, con l'ipotesi di reato di sequestro di persona e omicidio, una sul decesso del compagno, per morte in conseguenza di altro reato.

LA SCOMPARSA
Sofiya Melnyk scompare dai radar la sera di mercoled' 15 novembre. Pascal riferisce ai familiari, cinque giorni dopo, che doveva incontrarsi a cena con delle amiche. Ma non ci sono riscontri. C'è invece un sms, delle 18.25 , in cui la nuova fiamma, il medico trevigiano conosciuto a fine settembre (durante una visita al ginocchio di lei), la invita a cena. Lei accetta la proposta ma due ore dopo il dottore riceve un altro messaggio. A svelarne il contenuto è una terza persona, un 70enne geologo emiliano che frequenta Sofiya dal 2009. Si conoscono più che bene: hanno una relazione che dura da nove anni. Lui è ben più grande di lei, facoltoso («ho pagato io il rogito della casa di via Jona, dove Sofiya mi disse sarebbe andata a vivere con un cugino, Pascal») e gentile, dal quale la 43enne si rifugia nei fine settimane dicendo ai parenti di andare a Bologna per dei lavori da interprete. Probabilmente Pascal sa tutto, ma accetta. Basta che lei stia con lui. Intervistato dalla trasmissione di Raitre Chi l'ha visto?, il geologo ha descritto il contenuto del messaggio inviato al medico trevigiano. Lo ha conosciuto due giorni dopo la scomparsa della 43enne, venerdì, in caserma dai carabinieri. Fino a quel momento non sapevano nemmeno della sua esistenza. «Ha ricevuto un sms, verso le 20.30, in cui Sofiya disdiceva l'appuntamento spiegando di dover incontrare un'amica in crisi - ha raccontato il 70enne -. Lui quindi non si è preoccupato più di tanto. Ma secondo le amiche di Sofiya quel messaggio non l'ha mandato lei: c'erano termini che non usava mai». L'amante storico di Sofiya si preoccupa molto, invece. I due dovevano incontrarsi proprio quel fine settimana, ma lei non risponde mai al telefonino. È venerdì quando il 70enne decide di chiamare Pascal. «Dov'è Sofiya? Non mi risponde mai» gli chiede. «Ma lui - racconta - mi diceva di stare calmo, a casa, che l'avrebbero cercata i suoi amici. I suoi amici? Io ho preso la macchina e sono corso dai carabinieri». È l'amante, non Pascal, a presentare denuncia di scomparsa.
IN CASERMA
Alle 20 di venerdì 17 novembre gli investigatori convocano in caserma le amiche di Sofiya, il medico trevigiano, il geologo settantenne e Pascal. «Quando mi ha visto ha fatto due occhi così - ha raccontato il geologo a Chi l'ha visto -, non si aspettava fossi lì. L'hanno portato in un'altra stanza per la deposizione mentre ho avuto modo di parlare con il medico. Mi ha detto: sono la persona che è stata con Sofiya l'ultima settimana. Io ci sto da 9 anni, gli ho risposto. Da lì ho ricostruito tutto: io con Sofiya avevo un bellissimo rapporto, la definivo la mia compagna, ma ciascuno manteneva la sua libertà. Ma ora ho capito che si era invaghita di quest'uomo, il medico, e che per lui avrebbe lasciato sia me che Pascal».
LA SCENATA DI GELOSIA
La 43enne insomma voleva fare quello che con il 70enne non aveva fatto. Lasciare Pascal. E glielo aveva detto. «Mi sono innamorata. Me ne vado, non adesso, ma preparati». Ma lui aveva reagito in modo violento. Si era arrabbiato. Lei si era preoccupata e si era confidata con un'amica. E aveva scritto su Skype alla madre, il giorno prima di sparire, dicendo che doveva parlarle urgentemente.
IL SUICIDIO E LE INDAGINI

I carabinieri del nucleo investigativo di Treviso e della compagnia di Montebelluna avviano subito le indagini per ritrovare Sofiya. Ma il 26 novembre Pascal viene rinvenuto privo di vita dai familiari. Si è impiccato all'ingresso della villetta di via Jona. Ha lasciato tre biglietti, uno dei quali rivolto alla 43enne. «Ti amerò per sempre, ovunque tu sia» le ha scritto, senza però ammettere alcunché. Due giorni dopo, martedì, viene ritrovata l'auto della bella ucraina a Maser, ai piedi della collina. E anche le triangolazioni degli ultimi agganci telefonici indicano quella zona come l'ultima in cui la donna, o quantomeno il suo cellulare, sarebbe stata. Le ricerche proseguono per giorni con sforzi notevoli da parte di forze dell'ordine e volontari. Ma non serve a nulla. A Cornuda arrivano anche gli investigatori del Ris di Parma: in casa (la vicina testimonia di aver notato delle pozze d'acqua al mattino, come se qualcuno avesse fatto le pulizie di notte, proprio davanti alla villetta di Pascal) trovano 4 computer e raccolgono tracce biologiche in casa e nell'auto di lei. Reperti che saranno analizzati oggi durante gli accertamenti in laboratorio.
Alberto Beltrame
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Il Gazzettino