Sps: in centro a 30 Km orari e in periferia le piste ciclabili

Sps: in centro a 30 Km orari e in periferia le piste ciclabili
SACILE - Meritava una platea più numerosa la serata che "Sacile partecipata e sostenibile" ha offerto alla comunità per illustrare le strategie per fare di Sacile «una città...

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SACILE - Meritava una platea più numerosa la serata che "Sacile partecipata e sostenibile" ha offerto alla comunità per illustrare le strategie per fare di Sacile «una città per l'uomo e non per le auto, per migliorare la qualità della vita che si può raggiungere solo attraverso l'allargamento dei 30 km. all'ora». Lo ha sottolineato Rossana Casadio, aggiungendo che solo un grande progetto organico di moderazione del traffico può portare a questo risultato. Un percorso che deve iniziare dalla eliminazione della prima grande vera barriera architettonica, che è la velocità, e che abbatte l'incidentalità sia come numero, sia come gravità. «Una città slow cambia stile di vita in meglio a tutti - è stato detto - disinnesca la litigiosità tra automobilisti e utenti deboli mostrando a entrambi una diversa possibilità di convivenza. Aumentando la fiducia di pedoni e ciclisti, di bambini e anziani, si riempie la città di gente vera, svuotandola senza vietarla dalle automobili».

Il gruppo insiste sul fatto che i viali di Sacile devono trasformarsi in ring architettonico - culturale- paesaggistico. La Casadio ha sottolineato che non si potranno mai avere piste ciclabili in centro, mentre si potrà avere davanti a ogni porta di casa una strada non più pericolosa, aggiungendo che i fondi per costruire una seria rete ciclabile andranno spostati per collegare le frazioni al centro. Ha sfatato anche la convinzione che un senso unico dia più sicurezza. Ha evidenziato che una città a traffico dolce può essere una città con una nuova attrattiva anche per il turismo, e di riflesso per il commercio, visto che le città europee sono tutte a 30 all'ora.
Una città più vivibile significa anche grande risparmio per la Sanità, dato che promuove non solo stili di vita e relazioni sociali sane, ma abbatte anche la spesa sanitaria destinata alla cura di tutte quelle patologie che oggi vanno sotto il nome di «mal di città».
M.S.
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Il Gazzettino