Spiaggia fascista, nei video su internet faccetta nera e imitazioni del duce

Spiaggia fascista, nei video su internet faccetta nera e imitazioni del duce
IL CASOCHIOGGIA (VE) Non c'era solo Gianni Scarpa a inneggiare a Mussolini e a fare il saluto romano. Il pomeriggio di Ferragosto, a Punta Canna, sono stati almeno in tre a...

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IL CASO
CHIOGGIA (VE) Non c'era solo Gianni Scarpa a inneggiare a Mussolini e a fare il saluto romano. Il pomeriggio di Ferragosto, a Punta Canna, sono stati almeno in tre a improvvisare uno show fascisteggiante e a farsi da spalla l'uno con l'altro in un delirio di frasi dal contenuto discutibile, sia dal punto di vista politico, che da quello morale e che solo due donne, una delle quali di colore, abbiano manifestato le loro rimostranze per lo spettacolo non gradito, a questo punto, potrebbe anche sembrare poco.

IN RETE
Sono due spezzoni di video che, da ieri, girano in rete, a dare la misura di quello che è accaduto, più chiaramente di quanto sia emerso dai contenuti riferiti della denuncia delle due donne (che, a quanto pare, almeno per il momento, non vogliono rilasciare interviste o dichiarazioni) e dalle successive notizie fornite dai carabinieri. In uno di questi video, Gianni Scarpa, come da lui stesso riferito ai giornalisti, pronuncia il suo appello al voto per Salvini e la Meloni, fa un apprezzamento che, questo sì, si potrebbe definire goliardico, verso Berlusconi («per il suo grandissimo attaccamento alla f..») ma il suo riferimento al Pd non è esattamente leggero («non votatelo» era il concetto che voleva esprimere) bensì decisamente più greve: «il Pd deve andare ad Auschwitz». Poi Scarpa pronuncia ancora uno slogan («Spiaggia nera. Orgoglioso!») e passa la parola all'amico Ferdinando Polegato, un ristoratore friulano che, forse, fa parte dei quella cordata di imprenditori propensi ad aprire un bordello vicino alla sua spiaggia (così raccontava lo stesso Scarpa un mese fa, ndr) il quale, con voce sincopata e stentorea, imita un discorso nello stile di Mussolini aprendolo con un significativo «Viva il Duce fino alla morte, camerati».
BRACCIO TESO

Sotto la torretta uomini e donne in costume che alzano il braccio a fare il saluto fascista come, del resto, lui stesso e Gianni Scarpa. Nel secondo video lo show è tra Scarpa e il dj chiamato per l'occasione. Parte la musica di «Vorrei la pelle nera», canzoncina da spiaggia degli anni 60 senza nessuna pretesa politica, ma Scarpa interviene al microfono e comincia a gridare, rivolto all'apparato sonoro come se fosse un ipotetico cantante: «Ohu!, che c. dici? Vorrei la pelle nera? Vai a cag. tu e la tua pelle nera. Io vorrei Benito Mussolini». Una frase che non può aver mancato di indispettire la ragazza padovana di colore che si trovava nella spiaggia e che, poco dopo, ha presentato la denuncia per violenza privata, aggravata da discriminazione razziale e apologia di fascismo. Ma non era ancora finita. Il dj, forse trascinato dall'euforia collettiva manifestata anche da diversi bagnanti, si è rivolto a Scarpa chiedendogli: «Ma come mai tu intervieni sentendo la musica di Vorrei la pelle nera ma non dici nulla se metto su questa canzone?» e parte «Faccetta Nera», motivetto dal sapore decisamente poco accattivante nei confronti di qualsiasi ragazza di colore. Insomma le rimostranze delle due donne che si sono trovate, loro malgrado, a dover ascoltare un comizio non gradito (e passi) ma anche considerazioni poco edificanti sul colore della pelle, alla luce dei video ripresi dagli stessi bagnanti presenti sul posto, non sembrano così strane come ritiene Scarpa nella sua autodifesa («Era solo una goliardata, non ho offeso nessuno», «È una bella ragazza, alla ricerca di notorietà») ma se quei video, come pure le testimonianze dei presenti, sono stati acquisiti dai carabinieri, nei prossimi giorni, Gianni Scarpa potrebbe non rimanere l'unico indagato della vicenda.
Diego Degan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino