Fayez Sarraj e Khalifa Haftar si stringono la mano davanti a Emmanuel Macron. La foto della possibile rinascita della Libia c'è: ricorda la stretta di mano di Rabin e Arafat...
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Sarraj, che governa a Tripoli, e Haftar, che regna a Tobruk «possono diventare il simbolo della riconciliazione e la pace ha detto Macron al termine dell'incontro la dichiarazione congiunta è un documento storico. La vostra determinazione sarà anche la nostra». L'Eliseo ha lavorato fino all'ultimo a un decalogo che poteva essere sottoscritto dai due uomini, una bozza sofferta, il cui testo è stato pubblicato per errore qualche ora prima della fine dell'incontro. Sarraj e Haftar condividono la necessità di una soluzione politica, e si impegnano a rispettare un cessate il fuoco, che però non si applicherà alla lotta contro il terrorismo, a costruire uno stato di diritto, a sciogliere le diverse milizie e a integrarle in una forza regolare, a lavorare a una road map per riportare sicurezza alle frontiere, coordinare la lotta ai jihadisti e assicurare il controllo dei flussi migratori. Si evoca infine l'impegno solenne a organizzare elezioni presidenziali e parlamentari appena possibile, entro la prossima primavera, ha poi precisato Macron. Alla riunione era presente anche l'inviato speciale dell'Onu per la Libia Ghassan Salamé.
Nel preambolo del testo di Parigi si sottolineano gli sforzi condotti dai paesi amici e dai partner della Libia, in particolare Egitto, Algeria, Emirati Arabi Uniti, Marocco, Tunisia e Italia. «Voglio ringraziare in particolare l'Italia ha detto Macron - il mio amico Paolo Gentiloni, che ha molto lavorato» per arrivare alla dichiarazione congiunta. «L'Italia ha aggiunto il presidente francese - è pienamente associata nell'iniziativa. Ieri, il ministro degli Esteri, Jean-Yves Le Drian era a Roma. Non esistono divergenze tra la posizione italiana e la posizione francese. È un lavoro in comune che facciamo anche con l'Unione europea». «Il popolo libico merita la pace, e anche il Mediterraneo ha bisogno di questa pace. Molto è stato fatto, ma molto resta da fare», ha concluso Macron, che qualche settimana fa aveva definito un errore l'intervento in Libia del 2011 guidato da Sarkozy che aveva portato alla fine del regime di Gheddafi.
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Il Gazzettino