«Sono zingaro» è una minaccia: condannato un rom

«Sono zingaro» è una minaccia: condannato un rom
LA SENTENZABELLUNO «Sono uno zingaro, stai attento». Così il rom, terrore dei negozianti di Feltre, avrebbe spaventato il tabaccaio. Una frase ritenuta una minaccia vera e...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
LA SENTENZA
BELLUNO «Sono uno zingaro, stai attento». Così il rom, terrore dei negozianti di Feltre, avrebbe spaventato il tabaccaio. Una frase ritenuta una minaccia vera e propria dal giudice di pace di Belluno, Gianni Bottoli, che ieri ha condannato il rom a 350 euro di multa. L'avvocato del nomade nella sua arringa ha chiesto l'assoluzione piena. «Sarebbe il culmine di un mondo di politically correct - ha detto l'avvocato della difesa Corrado Zasso - che arriva alle regole più assurde, come quella che ci impone di non chiamare pellerossa gli indiani d'America e che porterebbe a equiparare la parola zingaro a quelle, come ad esempio mafia. Dire zingaro sarebbe insomma come dire mafia, visto che in una recente sentenza sono della mafia è stata ritenuta una minaccia. Ma zingaro indica un'etnia».

IL FATTO
Parte offesa nel processo (non si era costituito parte civile) il tabaccaio Maurizio Zatta che ieri ha raccontato al giudice, rispondendo alle domande del pm Giuseppe Gulli, quanto accaduto quella sera. È l'orario di chiusura, le 19 circa, e Martin Colombo, il rom che era ieri imputato di minacce, arriva in negozio per comprare delle sigarette. «Ormai è chiuso», risponde il commerciante. Ma il rom, ubriaco, non si dà per vinto. Comincia a prendere a pugni il distributore di sigarette, che è all'esterno, e quando un cittadino cinese si avvicina per calmarlo tira un pugno anche a lui. Poi pronuncia la frase incriminata contro il tabaccaio: «Tu, capitalista con la bella macchina, io sono uno zingaro, stai attento». Il tabaccaio, intimorito, denuncia quanto accaduto ai carabinieri, che intervengono, identificano i presenti, acquisiscono le immagini della videosorveglianza del negozio e ricostruiscono l'episodio.
IL PROCESSO
Ieri mattina, nell'aula del giudice di pace a Belluno, sono stati ascoltati i testi dell'accusa: oltre al tabaccaio, è stato sentito il carabiniere che ha fatto le indagini. Non utili gli altri testi: chi non ricordava, chi era all'estero. Anche il cinese, che inizialmente aveva sporto querela contro il rom, la ha ritirata. Martin Colombo non era presente. L'avvocato Corrado Zasso ha sostenuto: «Il fatto non sussiste o implicherebbe che dire zingaro, ovvero il semplice richiamo a un'etnia, è sufficiente a integrare una minaccia». Ma il giudice ha condannato.

Olivia Bonetti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino