«Soldi al Nevegal? Noi non possiamo»

«Soldi al Nevegal? Noi non possiamo»
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«Il Comune di Belluno ha dimostrato grande attenzione nei confronti del Nevegal». Quindi, alla domanda Palazzo Rosso ci tiene al Colle, la risposta è «sì». Basterà per disinnescare la bomba lanciata dall'Alpe con l'ipotesi di una possibile chiusura definitiva degli impianti? Difficile a dirsi. Ma dal sindaco Massaro arrivano solo parole distensive: «La priorità è dare continuità al Colle, che dopo un'estate di ottimi afflussi ha ora bisogno di un inverno altrettanto buono». E chi ha orecchi per intendere, intenda. L'ultimatum scade il 10 settembre: quella la data ultima in cui decidere se gli impianti apriranno il prossimo inverno, o resteranno fermi, con la conseguenza ovvia di un addio allo sci sul Colle. La decisione spetta all'Alpe del Nevegal (che dal 2013 è proprietaria della ski area); ma dipende soprattutto da una domanda che la cordata ha mosso a Palazzo Rosso: «Ci date una mano con 100mila euro per l'innevamento artificiale?».

La richiesta è stata avanzata a maggio, ribadita a luglio e ripresentata nuovamente nei giorni scorsi, con l'auspicio ad una risposta in tempi utili per poter programmare la stagione invernale. Anche perché di mezzo ci sarebbero i lavoratori stagionali.

La risposta? «L'amministrazione comunale ha sempre mostrato grande attenzione per il Nevegal - dice il sindaco Jacopo Massaro -. Abbiamo finanziato il progetto di smart territory, ci cui l'Alpe era partner. Poi abbiamo realizzato le piste di mountain bike che stanno andando molto bene quest'estate. E abbiamo ottenuto contributi di diverse centinaia di migliaia di euro per cambiare volto al Piazzale e realizzare quel blocco di servizi che può servire al Nevegal. Direi che abbiamo dimostrato di tenerci al Colle». Quanto alla richiesta di 100mila euro, è la legge a bloccare le mani al Comune. «Non si può dare soldi ai privati - continua Massaro -. Detto questo, credo che sia impensabile chiudere il Nevegal nel momento in cui ricomincia ad andare bene, e l'estate lo sta dimostrando».
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Il Gazzettino