Sigilli alla Cantina Rauscedo, vino sequestrato a Trebaseleghe

Sigilli alla Cantina Rauscedo, vino sequestrato a Trebaseleghe
L'INCHIESTAPORDENONE L'intera vendemmia 2018 della cooperativa Cantina Rauscedo è sotto sequestro. Nei depositi di Rauscedo, Codroipo, Treppo Grande, Spilimbergo, San Quirino,...

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L'INCHIESTA
PORDENONE L'intera vendemmia 2018 della cooperativa Cantina Rauscedo è sotto sequestro. Nei depositi di Rauscedo, Codroipo, Treppo Grande, Spilimbergo, San Quirino, Trebaseleghe, Casale sul Sile e Lavis ci sono decine di cisterne a cui ieri i carabinieri del Nas di Udine e gli ispettori della sezione udinese dell'Ispettorato repressione frodi hanno messo i sigilli. Il provvedimento, emesso dal gip Monica Biasutti dopo le perquisizioni di fine gennaio, riguarda 300mila ettolitri di vino, di cui circa 60mila già commercializzati e consegnati ai grossisti. Il sequestro preventivo ottenuto dal sostituto procuratore Monica Carraturo riguarda tutta la produzione, dal Prosecco al Pinot Grigio, dai Doc Delle Venezie ai Doc Grave Friuli e Doc Friuli Venezia Giulia, nonchè Igt Trevenezie e Igt Venezia Giulia. Pinot e Prosecco già imbottigliati sono stati ritirati dagli spacci della cooperativa. Il vino contenuto nelle cisterne può essere lavorato normalmente, ma per il momento non può essere commercializzato. Se le ipotesi d'accusa dovessero essere confermate, verrà declassato.

Il decreto di sequestro preventivo riguarda la Cantina Rauscedo e i grossisti che avevano già ricevuto il vino del 2018. L'indagine ha portato - tra amministratori della cooperativa, dipendenti e conferitori - a 45 iscrizioni sul registro degli indagati. Contraffazione (o tentativo) di indicazioni geografiche o denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari, frode in commercio, falsità nei registri e notificazioni, falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico sono le ipotesi di reato a cui sta lavorando la Procura di Pordenone. Il sospetto è che siano stati commercializzati vini Dop, Igp e varietali (tipo Cabernet o Chardonnay) con false certificazioni. E che la Cantina avesse ideato un meccanismo per utilizzare il vino in esubero nelle produzioni certificate, anzichè declassarlo in vino generico. Gli accertamenti di Nas e Icqr sono cominciati nel settembre 2017, quando vennero notati nel corso di un'ispezione dei bigliettini strappati riposti in una scatola sotto una scrivania. Una volta ricomposti, come fosse un puzzle, è emerso che si trattava di appunti riferiti ai conferimenti dei soci e a bolle di pesatura. I sospetti si sono rafforzati nel corso delle indagini. Secondo gli investigatori, la Cantina si sarebbe organizzata con una sorta di contabilità parallela per favorire la vinificazione di uve qualificate come Doc pur non avendone i requisiti, perchè ottenute senza rispettare il disciplinare. L'inchiesta tocca solo la produzione del 2018, una generosa vendemmia da 400 mila quintali.
Cristina Antonutti
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Il Gazzettino