LO SCENARIOROMA Il «patto civico» tra Pd e 5Stelle per le elezioni regionali di fine ottobre in Umbria, non è solo la trovata di Nicola Zingaretti e Luigi Di Maio per provare a...
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ROMA Il «patto civico» tra Pd e 5Stelle per le elezioni regionali di fine ottobre in Umbria, non è solo la trovata di Nicola Zingaretti e Luigi Di Maio per provare a strappare a Matteo Salvini una vittoria fino a ieri data per certa. Gli accordi per il voto regionale - che i dem cercheranno di replicare in ben otto Regioni da qui alla primavera, se a Perugia si raggiungerà (come appare probabile) l'intesa sul nome della civica Francesca Di Maolo - sono anche un modo per blindare il governo rosso-giallo. «Perché è evidente», dicono al Nazareno, «che se dovessimo inanellare una serie di sconfitte, difficilmente la maggioranza e il governo con i grillini potrebbero restare in piedi».
Non a caso Dario Franceschini, il tessitore della trattativa con il Movimento, è stato il primo la settimana scorsa a uscire allo scoperto - al fianco di Zingaretti - per proporre di «trasformare» l'esecutivo di Giuseppe Conte «in una sorta di laboratorio»: «L'incubatore del nuovo progetto di un'alleanza politica ed elettorale. Che parta dalle prossime elezioni regionali, passi per le comunali e arrivi alle politiche».
SCETTICO
Traduzione: battezzare un nuovo centro-sinistra (con il trattino) aperto ai 5Stelle. Progetto ormai condiviso anche dal fondatore Beppe Grillo. La novità sta nel fatto che anche Di Maio, che ancora ieri ha ammesso di essere stato «scettico sull'alleanza di governo con il Pd», sembra essersi convertito al patto civico con i dem per le Regionali. Perché, appunto, le elezioni non ci saranno solo in Umbria: tra novembre e gennaio andranno al voto l'Emilia Romagna, la Calabria e in primavera Campania, Puglia, Veneto, Liguria, Toscana e Marche.
Ecco così Di Maio, prima del sì dei militanti grillini su Rousseau, mettere a verbale: «Le altre Regioni? Una cosa per volta, ogni Regione ha una storia ha sé. Cominciamo dall'Umbria e poi valuteremo insieme il resto». Parole ben diverse dall'altolà scandito, appena dieci giorni fa, dopo la sortita di Franceschini: «Patti con il Pd alle regionali? Non è all'ordine del giorno alcuna alleanza».
L'accordo sull'Umbria, cui lavora e ha lavorato il commissario Walter Verini, non è però facile da replicare. Ad esempio in Emilia Romagna i dem piuttosto che puntare su un candidato civico, preferiscono confermare l'uscente Stefano Bonaccini. Ed è decisamente improbabile che i 5Stelle possano sostenere il governatore dem: lo schema per Di Maio & C. resta, al momento, invariato. Intesa su un civico o niente.
Alberto Gentili
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino