Il caso della sexy prof infiamma il web e la scuola. Un circolo vizioso all'apparenza inesauribile, come il numero di click sul sito nel quale sono postate le fotografie della...
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«All'epoca volevo pagarmi gli studi e ho commesso l'errore di farmi riprendere in pose erotiche» conferma l'insegnante. «Non porno, ma erotiche» precisa. «Era un sito di tatuaggi americano. A pagamento e con tanto di copyright. Gli accessi dei clienti erano vincolati». Anita poi si è totalmente disinteressata sia della pagina che dei suoi contenuti. Ma qualcosa è successo: il sito è diventato gratuito, quindi ad accesso libero. Qualche screenshot lì, qualche riproduzione là. Ed ecco che, a sua insaputa, hanno cominciato a circolare le foto che poi abbastanza misteriosamente sono diventate di dominio pubblico proprio durante la sua breve supplenza al Duca. Dire che questo possa vanificare i suoi sforzi per diventare insegnante a tempo pieno è prematuro: conta molto di più la capacità didattica di qualche scatto erotico perso in un passato ormai remoto. E questo lo sanno tutti: la preside, gli altri docenti -anche se non tutti sono inclini al perdono- e soprattutto i ragazzi che hanno già eretto una maginot a difesa della loro insegnante. La quale, disturbata dal fracasso, ha dalla sua anche l'arma della denuncia, ammesso che voglia usufruirne. Una denuncia contro ignoti alla polizia postale perchè faccia chiudere la pagina sul web, magari rintracciando gli "untori". Ora però la priorità è superare la burrasca.
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Il Gazzettino