Sempre più vicina l'ora della verità per Luigi Compiano.

Sempre più vicina l'ora della verità per Luigi Compiano.
Sempre più vicina l'ora della verità per Luigi Compiano. A inizio febbraio sfilerà davanti al giudice per rispondere di un'accusa di bancarotta fraudolenta e documentale da 36...

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Sempre più vicina l'ora della verità per Luigi Compiano. A inizio febbraio sfilerà davanti al giudice per rispondere di un'accusa di bancarotta fraudolenta e documentale da 36 milioni, mentre a metà gennaio il patron della North East Service saprà se verrà dichiarato colpevole di un'evasione fiscale da quasi 17 milioni di euro. Ieri il pm Massimo De Bortoli, per l'evasione, ha chiesto la condanna di Compiano a due anni e 8 mesi di reclusione per il mancato versamento milionario dell'Iva tra il 2011 e il 2013: un debito con l'erario di 12,8 milioni di euro per la Nes, di quasi 1,2 milioni per la Vigilanza Compiano e di circa 3 milioni per le società satellite del gruppo di Silea.

Le società sono già state sanzionate dalla commissione tributaria al pagamento del 30% dell'Iva evasa (quasi 5 milioni). "Condanna" utilizzata dagli avvocati di Compiano, Piero Barolo e Boris Cagnin, per sollevare tre eccezioni che potrebbero far finire nel nulla il processo per frode fiscale. «La sentenza della Commissione tributaria - hanno sostenuto citando sentenze della Corte Europea dei diritti dell'uomo - equivale a una condanna penale. Compiano va assolto: non può essere processato due volte per lo stesso reato». Poi le eccezioni costituzionali. «Compiano - è la tesi difensiva - non ha potuto patteggiare la pena. Una disparità di censo rispetto agli altri cittadini. Il motivo? La legge lo permette solo se si è totalmente risarcito il danno, ma Compiano non poteva farlo. Tutti i suoi beni personali erano sotto sequestro».

In ultima istanza c'è il fattore procedurale legato al reato di mancato versamento dell'Iva, che secondo le difese non è configurabile. «All'epoca dei fatti l'azienda si trovava in crisi di liquidità - ha dichiarato l'avvocato Barolo -. Con la morte di Arnaldo Compiano le banche hanno ristretto gli affidamenti chiedendo agli eredi garanzie personali. Non solo: molte di queste, clienti storiche, hanno deciso di interrompere i loro contratti. Di conseguenza il mancato pagamento dell'Iva, in assenza di dolo, è imputabile al solo fatto che non c'era sufficiente liquidità per farlo».(((pavang))) Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino