Sempre più vicina l'ora della verità per Luigi Compiano. A inizio febbraio sfilerà davanti al giudice per rispondere di un'accusa di bancarotta fraudolenta e documentale da 36...
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Le società sono già state sanzionate dalla commissione tributaria al pagamento del 30% dell'Iva evasa (quasi 5 milioni). "Condanna" utilizzata dagli avvocati di Compiano, Piero Barolo e Boris Cagnin, per sollevare tre eccezioni che potrebbero far finire nel nulla il processo per frode fiscale. «La sentenza della Commissione tributaria - hanno sostenuto citando sentenze della Corte Europea dei diritti dell'uomo - equivale a una condanna penale. Compiano va assolto: non può essere processato due volte per lo stesso reato». Poi le eccezioni costituzionali. «Compiano - è la tesi difensiva - non ha potuto patteggiare la pena. Una disparità di censo rispetto agli altri cittadini. Il motivo? La legge lo permette solo se si è totalmente risarcito il danno, ma Compiano non poteva farlo. Tutti i suoi beni personali erano sotto sequestro».
In ultima istanza c'è il fattore procedurale legato al reato di mancato versamento dell'Iva, che secondo le difese non è configurabile. «All'epoca dei fatti l'azienda si trovava in crisi di liquidità - ha dichiarato l'avvocato Barolo -. Con la morte di Arnaldo Compiano le banche hanno ristretto gli affidamenti chiedendo agli eredi garanzie personali. Non solo: molte di queste, clienti storiche, hanno deciso di interrompere i loro contratti. Di conseguenza il mancato pagamento dell'Iva, in assenza di dolo, è imputabile al solo fatto che non c'era sufficiente liquidità per farlo».(((pavang))) Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino