Etichetta a parte, la telefonata di rito non parte. «Non chiamo Pavanello, non abbiamo niente da spartire», taglia corto Semenzato. Poco prima di mezzanotte lo scarto è...
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Dopo una giornata in famiglia, Semenzato raggiunge quello che anche questa volta è il suo quartier generale: la scuola media Leonardo Da Vinci. Con lui, oltre allo staff, gli amici e i collaboratori più stretti. «Questo è il feudo rosso», scherza Semenzato, che passa alla scuola le ultime ore della giornata, prima dello spoglio. «Sono sereno - dice a un quarto d'ora dal momento cruciale -. Pavanello invece è molto nervosa, noto». «Comunque vada io e la Lega abbiamo già vinto. Ora capiremo se hanno vinto anche i miranesi e se hanno capito il messaggio che ho lanciato venerdì in piazza».
Scattano le 23 e la sua squadra, alla svelta, si divide tra le stanze. Semenzato prende posto alla sezione 7 e non favella. Per un quarto d'ora non parla con nessuno ma non tradisce alcuna emozione. Qualche segnale di tensione con i primi nomi che poi si scioglie con una battuta rivolta agli addetti allo scrutinio, indaffarati tra carte e moduli, forse anche un po' più tesi sotto lo sguardo del diretto interessato: «Finite presto stasera», dice Semenzato, mentre il suo telefono è in fiamme. Si ride per un attimo e poi si inizia a fare sul serio. Le operazioni di spoglio sono facili e in pochi minuti nei seggi della scuola si svelano le carte. 244 Pavanello, 90 Semenzato e il candidato ancora non fa una piega. Dal seggio accanto sembrerebbe profilarsi una disfatta: Pavanello, Pavanello, Pavanello, Pavanello e via così, grida la presidente di seggio, con una voce particolarmente squillante. Il nome di Semenzato è raro. I suoi collaboratori si guardano, ma questo è il feudo rosso. E tale si conferma. A un certo punto una scheda a sorpresa: Scheda con dedica dice la presidente sfilando davanti ai presenti per farla vedere: Non mi sento rappresentato scrive qualcuno a caratteri cubitali. I telefoni sono in fiamme e arrivano i messaggi da tutti i seggi. «Anche a Scaltenigo siamo sotto di dieci» dice Semenzato. Lui esce i suoi sostenitori lo abbracciano. Alle 23.40 la consapevolezza: «Con questo scarto però non recuperiamo più», dicono i suoi.
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Il Gazzettino