Schiaffo sul Salone Appendino rischia

Schiaffo sul Salone Appendino rischia
LA POLEMICA ROMA Chiara Appendino parlerà lunedì in consiglio comunale. E solo quel giorno si capirà se riuscirà a far saltare il suo vice, Guido Montanari, dopo il caso del...

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LA POLEMICA
ROMA Chiara Appendino parlerà lunedì in consiglio comunale. E solo quel giorno si capirà se riuscirà a far saltare il suo vice, Guido Montanari, dopo il caso del Salone dell'Auto. Il rischio per la sindaca è che la mossa provochi una frana nella maggioranza, con una pattuglia di consiglieri pronti a mettersi di traverso davanti a questa decisione. «Sono i nemici della contentezza: minoranze rancorose», li bolla Luigi Di Maio. Ed è questo dunque il bivio che ha davanti a sé Appendino: andare allo scontro con il vice, travolgendo anche la tenuta del Comune. Questione di numeri in consiglio comunale.

Ieri «Chiara» ha ottenuto il sostegno del capo politico del M5S, arrivato a Torino. Di sicuro, l'ipotesi che possa essere la sindaca a compiere il grande gesto con il passare del tempo viene meno: le dimissioni accarezzate dopo la notizia dell'abbandono della città da parte degli organizzatori del salone dell'Auto sembrano perdere quota. Allo stesso tempo la Appendino è costretta a mandare un segnale. La vicenda del Salone dell'auto che dopo 5 edizioni nel parco torinese del Valentino se ne va a Milano è solo l'ultima delle grane scoppiate in città. La prossima si chiamerà Tav.
LE MOSSE
Un problema per volta, però. La sindaca ha accusato di «complicità» alcuni suoi consiglieri e il vicesindaco Montanari, reo di «dichiarazioni inqualificabili». Una crisi che ha costretto Di Maio a un grande attivismo. Prima con un lungo post sui social, poi in un colloquio riservato, e infine con un incontro con gli attivisti. «Chiara è giustamente molto arrabbiata - ha scritto il capo politico M5S - per un'occasione di investimento che ha perso Torino, in cui ci sono anche responsabilità dei consiglieri M5S di maggioranza. Qualsiasi decisione prenderà io starò sempre dalla sua parte».
In molti nella Capitale, tra i vertici del M5S hanno fatto notare la differenza di approccio avuto da Di Maio con la prima cittadino di Torino, rispetto alla freddezza che si porta dietro nei rapporti con Virginia Raggi, l'altra sindaca di punta del Movimento. Dal Campidoglio comunque sono arrivate parole di solidarietà, «al fianco di Chiara e dell'instancabile lavoro che sta portando avanti a Torino», ha scritto su twitter Raggi.

Nei mesi passati c'è chi ha addirittura visto in Appendino un ruolo da leader, tanto che Di Maio ne tesse le lodi: «Rappresenta il futuro del Movimento, è un sindaco aperto al dialogo. È una delle donne più coraggiose che abbia mai conosciuto. Quello che ha dovuto affrontare in questi tre anni avrebbe steso una mandria di bufali». Per ora la sindaca di Torino non ha aggiunto altre parole allo sfogo. «Mi auguro che si riesca a trovare una sintesi», è l'auspicio del senatore Alberto Airola. «Lunedì ne sapremo di più: siamo tutti intorno alla sindaca», aggiunge il deputato Luca Carabetta. Da Torino, infine Di Maio ha colto al volo l'occasione dell'incontro con gli attivisti per ribadire che «come M5S continuiamo a essere contro la Tav». Quest'ultimo caso scoppiato sotto la Mole, oltre a far scattare le opposizioni, ha offerto a Matteo Salvini un rigore a porta vuota: «Anche il Salone dell'Auto scappa da Torino, dopo le Olimpiadi e i ritardi sulla Tav altro danno dei 5Stelle alla città: basta, non si governa solo con i no».
S. Can.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino