Schiacciato da un abete, il titolare accusato di omicidio colposo

Schiacciato da un abete, il titolare accusato di omicidio colposo
ASIAGO - Hanno parlato i testimoni della difesa e il consulente che ha effettuato un sopralluogo ieri nel processo per la morte di Ennio Vescovi, 38 anni di Asiago. L'uomo è...

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ASIAGO - Hanno parlato i testimoni della difesa e il consulente che ha effettuato un sopralluogo ieri nel processo per la morte di Ennio Vescovi, 38 anni di Asiago. L'uomo è deceduto il 17 marzo 2011 schiacciato da un abete, mentre lavorava su delle piante in un bosco a Frezza di Arsiè. Per quella morte si ritrova a processo per omicidio colposo Giorgio Rossi, 45 anni di Asiago, titolare della Rossi Legnami srl (difeso dall'avvocato Monica Zanni). La procura gli contesta l'accusa di omicidio colposo perché, come titolare della ditta che dava lavoro alla vittima, non si sarebbe assicurato che il suo dipendente osservasse le norme antinfortunistica e non avrebbe provveduto a dare alcuna formazione sulla corretta procedura di abbattimento degli alberi.

Ieri in aula i testimoni, 2 giovani di Asiago uno dei quali dipendente della ditta, hanno raccontato di quando in un incontro per un caffè a un bar il titolare della Rossi Legnami avesse messo in guardi Vescovi ordinandogli di non tagliare quella pianta. «Vescovi prima faceva il muratore», hanno raccontato i testi e è quindi probabile che quel divieto di tagliare le piante, ma di procedere solo alla "sramatura" fosse stato fatto proprio appositamente al boscaiolo. In aula ha parlato anche l'ingegnere consulente della difesa in materie di sicurezza in cantieri di lavoro boschivo. «L'area era pianeggiante - ha detto il consulente - e si trovavano due persone al lavoro, una a monte e il Vescovi a valle». Il consulente ha calcolato che per il taglio della pianta con il diametro di 46 centimetri, che poi ha ucciso il Vescovi ci vuole meno di un minuto. L'altro lavorante ha sempre detto di non essersi accorto di nulla che la tragedia avvenne all'improvviso. Fu una questione di una frazione di secondo: il tronco rotolò sotto la spinta dei rami e il 38enne rimase impigliato venendo schiacciato sotto un peso enorme che non gli diede scampo.
Il processo proseguirà il 5 dicembre prossimo con la discussione. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino