LA SENTENZAPORDENONE La sentenza di primo grado è confermata: ergastolo, 2 anni di isolamento diurno e provvisionali per 720mila euro alle parti civili. Ma risultando...
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PORDENONE La sentenza di primo grado è confermata: ergastolo, 2 anni di isolamento diurno e provvisionali per 720mila euro alle parti civili. Ma risultando nullatenente, Giosuè Ruotolo non potrà corrispondere alcun risarcimento. Idem per le spese di giudizio liquidate dalla Corte d'assise d'appello di Trieste per quasi 60mila euro alle famiglie di Teresa Costanza e di Trifone Ragone. «Bisognerebbe che lo Stato cominciasse a provvedere seriamente a questo aspetto - osserva l'avvocato Serena Gasperini, che tutelava la madre e la sorella di Trifone - Spesso accade che il soggetto condannato a risarcire non abbia alcun reddito o che nelle more del giudizio i beni aggredibili scompaiano. In questi casi l'unica giustizia è quella della condanna».
LE REAZIONI
Certo, non sono i risarcimenti a placare il dolore dei genitori e dei fratelli dei fidanzati uccisi il 17 marzo 2015 a Pordenone. «Nessuno - mi restituirà Teresa», ha detto il padre Rosario. La madre di Giosuè era invece uscita dall'aula gridando la sua rabbia: «Non è giustizia... non è giustizia! È innocente!». Ma la giustizia ha deciso che Ruotolo è colpevole, nonostante il suo difensore. Roberto Rigoni Stern, abbia insistito sul fatto che non ci siano «prove scientifiche che possano ricondurre l'imputato al delitto». Trascorsi i 90 giorni per le motivazioni della sentenza, la difesa farà ricorso in Cassazione. Giosuè, dunque, resterà in carcere, ma non sborserà un euro alle famiglie delle vittime: non ce l'ha.
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Il Gazzettino