Risorgiva libera Italia Nostra e il sindaco ai ferri corti

Risorgiva libera Italia Nostra e il sindaco ai ferri corti
IL CASOTREVISO Una cinquantina di persone per dire no alla privatizzazione della risorgiva della Cerca. Non sono stati tantissimi quelli che hanno risposto all'appello lanciato da...

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IL CASO
TREVISO Una cinquantina di persone per dire no alla privatizzazione della risorgiva della Cerca. Non sono stati tantissimi quelli che hanno risposto all'appello lanciato da Italia Nostra, da giorni sulle barricate per denunciare l'iniziativa di un privato che ha deciso di recintare il terreno attorno alla risorgiva, di sua proprietà, limitando così passeggiate ed escursioni dei residenti, da oltre 50 anni liberi di andare in giro per la zona senza alcun divieto. Il privato si è mosso con tutte le autorizzazioni e permessi del caso, ma Italia Nostra ribadisce che una fontanella deve essere sempre e comunque considerata bene comune.

I DOCUMENTI
Romeo Scarpa, presidente dell'associazione, ha portato all'incontro la bozza di un documento da inoltrare a Ca' Sugana con cui, in buona sostanza, si chiede all'amministrazione di trovare un accordo con la proprietà per continuare a rendere fruibile l'area con spese condivise e di riqualificare la circolazione consentendo il permesso a pedoni e biciclette. Questa bozza è però stata ritirata perché i residenti si sono presentati con una loro lettera dove, oltre a chiedere di poter continuare a frequentare quell'area così ricca dal punto di vista ambientale, contestano anche quanto detto dal sindaco Mario Conte, che ha parlato di una zona dove regna la sosta selvaggia e sono presenti piccoli spacciatori. E che quindi va riqualificata, anche grazie all'aiuto dei privati. Sul posto dell'incontro, affissa alla recinzione della discordia, è stato anche lasciato uno striscione dallo slogan chiarissimo: Fontanelle bene di tutti.
BOTTA E RISPOSTA

Continua intanto il duello a distanza tra Italia Nostra e il sindaco. Mario Conte è stato chiaro: negli ultimi giorni ha ricevuto troppe offese, soprattutto attraverso i social, da rappresentanti dell'associazione. Punta il dito soprattutto sul presidente Scarpa, come al solito sempre molto preparato nel difendere le proprie argomentazioni ma altrettanto caustico. E alcune battute particolarmente pungenti non sono state gradite dal primo cittadino, che ha annunciato di non voler più parlare con Italia Nostra. L'ultimo scambio sempre su Facebook ieri pomeriggio, con Scarpa che ha ironizzato sull'arrabbiatura del sindaco: «Dimmi se ho toccato il tuo lato gay definendoti cappuccetto rosso. Devo cambiare colore?», punzecchia. E Conte che ha replicato: «Poi dovrà spiegare a tutti cos'è questo lato gay: penso sia anche una mancanza di rispetto nei confronti di chi è omosessuale. Se avesse scritto questo post uno che è del partito di Salvini cosa sarebbe successo? Ve lo dico io: sarebbero scattate petizioni e girotondi, ne sono sicuro». Scarpa, contattato, insiste: «Non mi pare che il sindaco faccia parte di una qualche associazione di bon ton. Noi portiamo solo avanti le nostre argomentazioni. Manderemo l'architetto Berto Zandigiacomi a parlare con lui». Ma Conte taglia corto: «Hanno già parlato abbastanza. Piuttosto Scarpa mi tiri fuori un mio post o una mia dichiarazione offensiva, .altrimenti continua a parlare a vanvera. È è giusto dire basta a questi modi».
Paolo Calia
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Il Gazzettino