Rifiuti ingombranti Veritas detta le regole

Rifiuti ingombranti Veritas detta le regole
LA POLEMICAVENEZIA Nelle molte eredità che si lascia alle spalle l'Aqua Granda, arrivata a seppellire Venezia per tre volte in cinque giorni, tra il 12 e il 17 novembre, spunta...

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LA POLEMICA
VENEZIA Nelle molte eredità che si lascia alle spalle l'Aqua Granda, arrivata a seppellire Venezia per tre volte in cinque giorni, tra il 12 e il 17 novembre, spunta anche una polemica sulla gestione del servizio di recupero dei rifiuti. Su tutti, quelli ingombranti: materassi, comodini e sacchi neri contenenti - in alcuni casi - la storia delle persone che sono state costrette a buttare via tutto (o gran parte) di ciò che avevano. Ricordi, pezzi di case e quant'altro abbandonati da giorni in un angolo nascosto di una calle difficile da raggiungere per Veritas, l'azienda che si occupa del recupero dei rifiuti.

LA LETTERA
A sollevare il polverone è una lettera inviata da Andrea Gusso, presidente di Garanzia Civica Venezia. Nella sua lettera Gusso punta il dito contro chi aveva considerato «un tacito via libera a scaricare nell'area» di Rio terà del Forner «ogni sorta di rifiuto, liberandosi di vecchi armadi, elettrodomestici, tavole in legno, calcinacci, l'immancabile rifiuto organico merce preziosa per topi e gabbiani, nonché svariata ferraglia tra cui una vecchia bicicletta arrugginita» sfruttando il lavoro di «alcuni valorosi volontari che avevano conferito alcuni sacchi neri, posizionandoli al riparo da eventuali future acque alte e pronti per essere raccolti da Veritas. Purtroppo - scrive Gusso - ignoravano che quell'azione si sarebbe trasformata, in un tacito via libera: in barba alle prescrizioni, i maleducati attendevano solo l'alibi perfetto fregandosene dello stato di grave crisi emergenziale che sta vivendo la città che in ogni suo angolo deve far fronte a guasti di ogni natura con le sole risorse dello stato di normalità».
Ma non è solo una denuncia quella messa nera su bianco dal principale rappresentante di Garanzia Civica Venezia, perché da lui parte anche una proposta dal momento che quanto successo in Rio terà del Forner si è riprodotto in fondamenta de la Tana, in punti difficilmente accessibili per Veritas. «Se queste zone divengono inaccessibili alle barche di Veritas che non riescono a passare sotto i ponti con l'alta marea, è necessario individuare nuove aree di recupero rifiuti».
L'AZIENDA
Per provare a dare una risposta ad un'istanza che era già stata fatta presente, Veritas aveva già dato il via al Servizio straordinario di recupero ingombranti, ovvero tutti quei rifiuti di grosse dimensioni che compaiono anche nella lettera del presidente di Garanzia Civica Venezia. Dall'azienda fanno sapere che in questi giorni basta chiamare il numero che si trova sul sito - il servizio è a prenotazione - portare i rifiuti ingombranti in calle alla data prestabilita, e a ritirarli ci pensano gli addetti di Veritas. Metterli fuori dalla porta, quindi, serve a gran poco. Anche perché con le condizioni di mare attuale - spiegano alla multiutility - ci sono ancora punti della città difficili da raggiungere per le barche dei netturbini di Venezia.
NO A NUOVI PUNTI DI RACCOLTA
Impossibile invece, come sottolineato anche nella lettera di Andrea Gusso, creare nuovi punti di raccolta da parte di Veritas proprio perché ci sono zone in cui le barche non arrivano. Farlo, quindi, vorrebbe dire creare delle discariche abusive nel cuore della città.

Una città che in questi giorni è stata in gran parte ripulita dai dipendenti di Veritas che hanno anche ricevuto diversi apprezzamenti per il loro lavoro, in una condizione di oggettiva difficoltà con Venezia in preda alle maree e le vie d'acqua diventate impercorribili sotto i ponti
Nicola Munaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino