RIETI - «Non ci saranno le salme ma sarà l'unica cerimonia ufficiale:

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RIETI - «Non ci saranno le salme ma sarà l'unica cerimonia ufficiale: martedì 30 agosto, parteciperà il premier Renzi e chi tra le autorità lo vorrà». Il vescovo di Rieti...

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RIETI - «Non ci saranno le salme ma sarà l'unica cerimonia ufficiale: martedì 30 agosto, parteciperà il premier Renzi e chi tra le autorità lo vorrà». Il vescovo di Rieti monsignor Domenico Pompili difende la scelta, così diversa dai funerali di Stato in programma oggi ad Ascoli. Diverso il numero delle vittime, più facile il riconoscimento, anche le operazioni burocratiche. Funerali solenni - presenti le più alte cariche dello Stato a cominciare dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella - nella palestra accanto all'ospedale, ad Ascoli Piceno, per le vittime marchigiane. A celebrarle il vescovo Giovanni D'Ercole, nello stesso giorno in cui il presidente del consiglio ha proclamato una giornata di lutto nazionale.

Il tempo però stringe, di chiese non ce ne sono più, e c'è anche un problema di salute pubblica da tener presente, molte salme sono rimaste troppo a lungo sotto il sole, senza alcuna refrigerazione. Il problema della conservazione delle salme si scontra con quello dei riconoscimenti, che sono stati finora 150; inoltre 40 vittime venivano da Roma e la maggior parte dei familiari ha firmato le pratiche per il trasferimento. Altri, rimasti soli, potrebbero rimanere più a lungo in un hangar, ma si spera che al più presto gli obitori sotto le tende vengano dismessi e che i cadaveri possano essere trasferiti nelle celle frigorifere. I sopravvissuti, difficili da raggiungere per i forti problemi di viabilità, fino a ieri non sapevano dove come e quando si svolgeranno i funerali.
«E' importante condividere il dolore delle famiglie, ricordando tutte le vittime, quelle di Amatrice e quelle di Accumoli». Sarà un momento di condivisione, per far sentire meno solo chi è rimasto vivo, per starsi vicini, anche perché a molti, le macerie, non hanno ancora nemmeno restituito i corpi dei propri cari. Il vescovo avrà accanto i sacerdoti dei paesi più colpiti dal sisma: don Savino di Amatrice e don Fabio di Cittareale e Posta. «In momenti come questi il prete deve esserci», dice don Fabio, che c'era anche mercoledì notte, a scavare tra le macerie di Amatrice di cui è stato parroco e prof allo Scientifico.
R.T.

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Il Gazzettino