RIETI - «Non ci saranno le salme ma sarà l'unica cerimonia ufficiale: martedì 30 agosto, parteciperà il premier Renzi e chi tra le autorità lo vorrà». Il vescovo di Rieti...
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Il tempo però stringe, di chiese non ce ne sono più, e c'è anche un problema di salute pubblica da tener presente, molte salme sono rimaste troppo a lungo sotto il sole, senza alcuna refrigerazione. Il problema della conservazione delle salme si scontra con quello dei riconoscimenti, che sono stati finora 150; inoltre 40 vittime venivano da Roma e la maggior parte dei familiari ha firmato le pratiche per il trasferimento. Altri, rimasti soli, potrebbero rimanere più a lungo in un hangar, ma si spera che al più presto gli obitori sotto le tende vengano dismessi e che i cadaveri possano essere trasferiti nelle celle frigorifere. I sopravvissuti, difficili da raggiungere per i forti problemi di viabilità, fino a ieri non sapevano dove come e quando si svolgeranno i funerali.
«E' importante condividere il dolore delle famiglie, ricordando tutte le vittime, quelle di Amatrice e quelle di Accumoli». Sarà un momento di condivisione, per far sentire meno solo chi è rimasto vivo, per starsi vicini, anche perché a molti, le macerie, non hanno ancora nemmeno restituito i corpi dei propri cari. Il vescovo avrà accanto i sacerdoti dei paesi più colpiti dal sisma: don Savino di Amatrice e don Fabio di Cittareale e Posta. «In momenti come questi il prete deve esserci», dice don Fabio, che c'era anche mercoledì notte, a scavare tra le macerie di Amatrice di cui è stato parroco e prof allo Scientifico.
R.T.
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Il Gazzettino