«Regole assurde per il verde troppi divieti: li cambieremo»

«Regole assurde per il verde troppi divieti: li cambieremo»
IL CASOTREVISO «Troppo complicato, troppa burocrazia: i cittadini non posso essere vessati anche se devono solo mantenere in ordine il proprio giardino». Mirco Visentin,...

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IL CASO
TREVISO «Troppo complicato, troppa burocrazia: i cittadini non posso essere vessati anche se devono solo mantenere in ordine il proprio giardino». Mirco Visentin, consigliere comunale della Lista Zaia/Gentilini, si è studiato a fondo il regolamento del verde pubblico, uno degli atti approvati dalla scorsa amministrazione che ha fatto maggiormente discutere, trovandolo drammaticamente complesso e carico di oneri eccessivi per chi lo deve rispettare. «Alcuni articoli vanno cambiati», precisa. E l'idea di apportare importanti modifiche vede concorde tutto il centrodestra, compresa la giunta: anche il sindaco Mario Conte e l'assessore ai Lavori Pubblici Sandro Zampese appoggiano questa revisione.

Visentin contesta vari punti. Il primo è che le regole ferree per il pubblico debbano valere anche per il privato. Per esempio: «Se oggi un trevigiano vuole tagliere un albero nel proprio giardino o in una sua proprietà, oltre a sottostare a una burocrazia infinita, deve anche rivolgersi obbligatoriamente a un agronomo. Mi sembra assurdo, a meno che non si parli di alberi monumentali o zone protette, che però sono già regolate da apposite norme. Invece adesso, secondo l'articolo 5, bisogna presentare una comunicazione agli uffici attraverso una Pec e firmata da un professionista abilitato. Per una semplice pianta in un giardino privato? Assurdo. Per non parlare dei costi».
TROPPI DIVIETI
Da rivedere, secondo Visentin, anche l'articolo 18 dove nei giardini pubblici, tra le altre cose si vieta, di raccogliere fiori, bulbi, radici, frutti, funghi, terriccio e muschio. «Sinceramente - ironizza - non ho mai visto nessuno uscire da un giardino della città con la borsa piena di fiori o funghi. Bisogna anche avere buon senso. Questa eccessiva foga nel regolamentare e vietare è poi costata casa alla precedente amministrazione».
L'EX CAMPO

Infine una questione non del tutto secondaria: il destino dell'ex campo da calcio dell'Eolo. Il progetto per trasformarlo in un parco sportivo è congelato assieme ai 14 milioni del bando periferie. Visentin allora propone: «Intanto lo si potrebbe ripulire, tagliare l'erba e aprire per le esigenze del quartiere. In fin dei conti, i residenti lo utilizzano già per le passeggiate del cane o per lo svago. Tanto vale renderlo agibile fin da subito».
Paolo Calia
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino