Raggiri e rapimenti, chieste 4 condanne

Raggiri e rapimenti, chieste 4 condanne
(L.I.) Condanne per oltre 16 anni di galera sono state sollecitate dal pm Benedetto Roberti al processo sul presunto raggiro ordito dai falsi agenti 007. Al termine di una...

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(L.I.) Condanne per oltre 16 anni di galera sono state sollecitate dal pm Benedetto Roberti al processo sul presunto raggiro ordito dai falsi agenti 007. Al termine di una requisitoria durata quasi tre ore il magistrato ha chiesto al tribunale in composizione collegiale di condannare a sei anni di carcere Giuliano Sartoron, 40 anni, di Borgoricco, sedicente stuntman ed esperto di sicurezza e protezione personale, a cinque anni ciascuno l'appuntato dei carabinieri Mirco Maculan, 51 anni, residente a Padova ma originario di Thiene, e Marco Sattin, 45 anni, ex guardia giurata di Padova ma residente a Campolongo Maggiore, infine a sei mesi di reclusione, con pena sospesa, il graduato dei carabinieri Domenico Telaro, 55 anni, residente a Padova, capo sezione delle operazioni logistiche del comando provinciale dell'Arma. I quattro, difesi dagli avvocati Vanis Zorzato, Carlo Bermone, Tamara Fattore e Piero Someda, sono accusati a vario titolo di truffa, violenza privata, sequestro di persona e violazione di domicilio. Per la pubblica accusa è la truffa il reato più grave: il sequestro di persona sarebbe stato infatti finalizzato al compimento del raggiro. Roberti non ha ritenuto i tre principali imputati meritevoli della concessione delle attenuanti generiche: Maculan per il ruolo di pubblico ufficiale, Sartoron per via di un precedente per usurpazione di titolo, il terzetto al completo per non aver provveduto a risarcire le parti offese.

Ha poi sollecitato il collegio a trasmettere gli atti del procedimento al suo ufficio: intende infatti procedere per falsa testimonianza nei confronti di Aniello Renifilo, il carabiniere che la sera del 23 novembre 2010, quando si sarebbe consumato il sequestro di persona, guidava la vettura di servizio in cui viaggiava Maculan. Davanti al tribunale, Renifilo sarebbe stato reticente trincerandosi dietro una serie di «Non so, non ricordo». La vicenda assomiglia ad un film poliziesco degli anni Settanta: nel novembre 2010 due donne, madre e figlia, titolari di un esercizio pubblico a Padova, difese dall'avvocato Lorenza Denaro, avevano denunciato di aver versato al terzetto oltre 16.000 euro in diverse tranche per ottenere protezione. Intuendo di essere state raggirate si erano rivolte ai carabinieri. Gli imputati avrebbero avvicinato la ragazza facendole credere che il fidanzato fosse implicato nel traffico di sostanze stupefacenti, facendole vedere anche presunte prove e convincendola di essere in pericolo e di avere bisogno di protezione. La presenza dell'appuntato Maculan avrebbe rafforzato la storia inventata. La ragazza sarebbe stata sottoposta a sorveglianza ravvicinata per avvalorare la tesi della protezione dal fidanzato narcotrafficante. Per impedire che i due si incontrassero, Sartoron e Sattin avrebbero persino rapito il giovane per poche ore. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino