Raffica di macchine danneggiate Dopo i raid si tenta l'espulsione

Raffica di macchine danneggiate Dopo i raid si tenta l'espulsione
I RAIDPORDENONE L'estate di fuoco di Nerchar Lubaki, il venticinquenne angolano che lo scorso luglio devastò le auto in sosta nelle strade e nei parcheggi in struttura della...

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I RAID
PORDENONE L'estate di fuoco di Nerchar Lubaki, il venticinquenne angolano che lo scorso luglio devastò le auto in sosta nelle strade e nei parcheggi in struttura della città, potrebbe finire con un'espulsione. L'avvocato Laura Ferretti ha presentato istanza di patteggiamento che prevede, come sanzione sostitutiva, l'espulsione dall'Italia. Come si concluderà la vicenda lo si potrà sapere a fine febbraio, quando i poliziotti dell'Ufficio Immigrazione della Questura riferiranno al Tribunale se Lubaki ha tutte le carte i regola per essere riaccompagnato nel suo paese di origine: l'Angola.

Il giovane è in custodia cautelare in carcere da sette mesi. È accusato di aver danneggiato un'Audi A4, una Mercedes e una Passat nel parcheggio Alle Torri; di aver tentato di rubare quanto era custodito nelle vetture, comprese quelle parcheggiate al Verdi di piazza XX Settembre; di aver rubato pochi euro nelle macchine danneggiate nel parcheggio privato del condominio Corte del bosco e di aver minacciato un testimone dicendogli sei morto e facendogli il gesto della croce con la mano.
Lubaki ha una storia triste alle spalle. È stato abbandonato dal padre che era ancora adolescente, dopo aver subìto maltrattamenti per sette anni. Il genitore gli spaccò anche un braccio picchiandolo con una spranga di ferro e per questo l'uomo fu processato. Fuggì di notte, prima che fosse pronunciata la sentenza di condanna, e portò via al figlio allora sedicenne anche il passaporto, documento che i Servizi sociali, a cui il giovane era affidato, non sono mai riusciti a ottenere. Adesso Lubaki - che ha lo status di clandestino - avrebbe le carte in regola per essere rimpatriato. Il 28 febbraio ci sarà la decisione del giudice Alberto Rossi.
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Il Gazzettino