«Questo cibo fa schifo», coltello alla gola del cuoco

«Questo cibo fa schifo», coltello alla gola del cuoco
RAGAZZI DIFFICILI PADOVA «Questo cibo fa schifo» hanno urlato, poi...

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RAGAZZI DIFFICILI

PADOVA «Questo cibo fa schifo» hanno urlato, poi hanno afferrato un coltello da cucina e minacciato il cuoco. Attimi di pura tensione, sabato all'ora di pranzo, in una comunità per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati. A due diciassettenni di origini nordafricane il pranzo preparato dallo chef afghano, 28 anni regolare in Italia e residente in città, proprio non è piaciuto. I piatti sono stati cucinati rispettando cultura e religione, per cui niente maiale, ma ai due ragazzi di mangiare quel cibo non ne hanno voluto sapere. E in una frazione di secondo è esplosa la rabbia: i due si sono alzati da tavola, hanno afferrato un coltellaccio da cucina e si sono diretti ai fornelli. Imbufaliti hanno puntato il coltello vicino alla gola del cuoco e gli hanno urlato «Questo cibo fa schifo e te lo mangi tu». Alcuni operatori del centro di accoglienza hanno provato a riportare la calma, ma i due minorenni non si sono per nulla tranquillizzati e lo chef è rimasto sotto la minaccia dell'arma. Alla fine i responsabili della comunità sono stati costretti a chiamare il 112 e poco dopo sono intervenuti i carabinieri. I militari entrati nel refettorio hanno intimato ai due giovani nordafricani di gettare a terra il coltello. I due, ormai circondati dalle divise, hanno eseguito l'ordine. I due diciassettenni sono stati denunciati a piede libero per i reati di minaccia aggravata e violenza privata. Il coltello è stato posto sotto sequestro e i due amici sono stati trasferiti rispettivamente in due strutture diverse. A giugno dell'anno scorso, in un'altra comunità protetta per minori non accompagnati, è esplosa una rivolta sempre per futili motivi. Sette minorenni, ragazzi difficili con precedenti penali, si sono ribellati alle regole del centro. Volevano riavere i loro smartphone e i loro pacchetti di sigarette. E al grido basta ridateci le nostre cose, si sono barricati all'interno di una stanza al primo piano della struttura immersa nella campagna. Gli operatori e gli educatori della comunità hanno provato a convincerli a uscire, ma quando hanno capito che la situazione stava sfuggendo loro di mano hanno chiamato i carabinieri. I sette ragazzi sono stati tutti denunciati per danneggiamento. Infatti oltre ad avere imbrattato la struttura con la schiuma degli estintori, hanno anche cercato di sfondare la porta del magazzino dove gli operatori hanno depositato i loro telefoni cellulari e le loro sigarette.

Marco Aldighieri
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Il Gazzettino