Protocollo fanghi, una legge per chiuderlo

Protocollo fanghi, una legge per chiuderlo
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VENEZIA Il tempo dei rimpalli tra un ministero e un altro sembra essere finito. A mettere fine alla partita sarà una norma con forza di legge che sarà approvata nel giro di un paio di settimane. Ad annunciarlo è il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Andrea Martella, il quale rivela che sarà inserito tra Mit e Ambiente anche il Ministero della Salute.

«La norma - spiega Martella - sarà inserita nel Decreto Semplificazioni di cui ha parlato il premier Conte qualche giorno fa. Si tratta di una norma che dà copertura legislativa a quello che sarà poi il protocollo vero e proprio, che avrà invece la forma del decreto interministeriale (Infrastrutture, Ambiente e Salute). Il Governo lo ha ritenuto opportuno per dare una maggiore solidità all'impianto, data la delicatezza e l'importanza dell'argomento, che riguarda sia lo sviluppo dell'attività portuale che la salvaguardia della laguna».
I tempi, a questo punto si cominciano a intravvedere.
«Entro un paio di settimane il Decreto sarà approvato e dopo la pubblicazione in Gazzetta sarà legge - a quel punto, si può dire che il Protocollo, che di fatto è già pronto, sarà firmato entro l'estate».
Forse è la volta buona, perché da questo dipende la possibilità di mantenere i fondali del porto commerciale ed, eventualmente, fare gli adattamenti per portare le crociere in terraferma.
Il documento attuale è del 1993 ma non può essere più utilizzato. Il nuovo Protocollo doveva essere pronto a luglio dell'anno scorso, visto che era imminente una decisione sulle grandi navi con il vecchio Governo. Invece poi i tempi erano slittati, per ogni decisione strategica su Venezia. Con il nuovo anno era arrivato l'atteso parere dell'Istituto superiore di Sanità e trionfalmente era stata annunciata la firma del protocollo - pronto da mesi - da parte dei ministeri il 13 febbraio scorso, che avrebbero dovuto adottarlo con un decreto interministeriale. All'orizzonte c'era quel Comitatone che doveva tenersi a Roma prima di Natale, rinviato poi al 4 marzo e congelato dal Covid19 a data da destinarsi.

Poi, un paio di giorni fa, l'ennesimo rimpallo ministeriale aveva fatto sbroccare il sindaco Luigi Brugnaro, il quale in videoconferenza se l'era presa con la funzionaria dell'Ambiente e i tempi romani. Che a volte si misurano in decenni (m.f.)
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Il Gazzettino