PROTESTA SUI BINARI BELLUNO Viaggiare in treno con una neonata? Meglio di no,

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BELLUNO Viaggiare in treno con una neonata? Meglio di no, con buona pace della mobilità sostenibile tanto decantata di questi tempi. Ne sa qualcosa Ilenia Bavasso, giovane avvocatessa di Belluno, che la scorsa settimana ha viaggiato da Padova a Torino con la navicella (la culla del passeggino) sulle gambe. Quel che è peggio è stato il non trovar posto per il resto del passeggino, tanto che il papà della neonata di appena 5 mesi si è visto costretto a fare il viaggio con la struttura della carrozzina tra le gambe. «Stiamo preparando una lettera ai due gestori racconta l'avvocato Bavasso -. Tanto più alla luce del fatto che, quando abbiamo prenotato, ci era stato richiesto l'età della bambina. Per i neonati da 0 a 36 mesi viene richiesto se si vuole il posto a sedere, ma «5 mesi la bimba non sta seduta e quindi non l'abbiamo preso». Ad ogni modo, i bambini sotto ai 4 anni non pagano. «Abbiamo quindi ritenuto che avremmo trovato ogni comodità, almeno per l'ingombro del passeggino. Invece nulla. E ci siamo chiesti, ma se si può salire con la bicicletta, possibile non ci sia un vagone dedicato?». Un viaggio, quello tra Padova e Torino non certamente all'insegna del risparmio. Si pensi, infatti, che proprio per ovviare qualche normale disagio che si può incontrare quando ci si sposta con una bambina di cinque mesi, i neo genitori avevano scelto la prima classe. «Pensavamo agli aspetti più pratici sottolinea Ilenia Bavasso -: speravamo in una toilette più confortevole dove si potesse anche trovare un piano, se non proprio un fasciatoio, dove cambiare nostra figlia e uno spazio sufficientemente comodo per affrontare il viaggio. Un vano bagagli ampio. Invece, purtroppo, così non è stato». La bimba è stata cambiata dentro la culla e il vano bagagli non era abbastanza largo. Inoltre non c'era posto tra i due vagoni per le ruote del passeggino. Mentre aspettavano al binario la famiglia bellunese aveva cercato di informarsi, prima di salire sul rapido. Avevano avvicinato il capotreno chiedendo come avrebbero potuto fare. «Inizialmente ci ha invitato ad avere pazienza che, una volta saliti, sarebbe venuto a mostrarci dove posizionarla spiega la mamma della bambina -, poi però non l'abbiamo più visto per un bel pezzo. Quando poi, finalmente, lo abbiamo rivisto, il capotreno ha tentato di accomodare la carrozzina, ma alla fine ci ha risposto che vengono costruite sempre più grandi e ingombranti e che non si sa dove posizionarle». (Fe.Fa.)

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Il Gazzettino