Proiettili in giardino: «Abbiamo paura»

Proiettili in giardino: «Abbiamo paura»
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IL GIALLO
BELLUNO Paura. Tanta paura. Non vuole foto e chiede che nemmeno il suo nome venga riportato sul giornale. Lo domanda per favore, facendo trasparire il terrore che lui e la sua famiglia stanno vivendo da quando, giovedì mattina, nel giardino hanno ritrovato due ogive. La sua casa dà su quella Strada regionale 204 che poi, oltre Sedico, diventa 203 Agordina. E proprio lungo quest'ultima, a poco più di una decina di chilometri, sempre giovedì mattina è stata ritrovata l'auto crivellata da tre colpi di pistola. Guarda caso proprio della stessa dimensione di quelli raccolti nella campagna di Orzes: calibro 9. I due episodi, quindi, paiono correlati.

«Giovedì mattina - racconta il pensionato - nel giardino di casa, che guarda verso lo stradone dei Casoni, ho fatto questa scoperta. Vicino a una delle finestre del piano terra ho ritrovato due ogive, cioè la porzione anteriore del proiettile. E ho notato altrettanti danneggiamenti al muro e alla tapparella». «Noi non abbiamo sentito niente quella notte - prosegue - La scoperta l'ho fatta io il giorno seguente. E oggi non nascondo che abbiamo un po' tutti paura qua attorno. Ma la denuncia ai carabinieri andava fatta, anche se un po' quasi me ne pento per il terrore che questa vicenda ha fatto insorgere nella mia famiglia e tra i miei vicini di casa».
Sulla scrivania del procuratore Paolo Luca c'è quindi un fascicolo contro ignoti per accensione ed esplosioni pericolose, danneggiamento aggravato e porto abusivo di arma. Da parte sua Gabriele Balestra, il 50enne mestrino proprietario dell'auto sforacchiata, si dice ignaro di quanto può essere accaduto al proprio veicolo. La sua versione è di aver raggiunto il parcheggio della Stanga mercoledì attorno alle 10 e di aver raggiunto il bivacco rifugio Bianchet dove avrebbe trascorso la notte, per poi ridiscendere a valle l'indomani e prendere atto della sparizione dell'auto. Ma c'è chi è pronto a giurare che quella macchina giovedì mattina, prima dell'individuazione da parte dei carabinieri, non c'era.

C'è da stabilire quindi, in estrema sintesi, se si possa trattare di una resa dei conti oppure l'azione sconsiderata di qualcuno che va in giro a sparare a caso. Mentre svanisce definitivamente l'ipotizzato collegamento tra i fatti della Stanga e le urla udite mercoledì sera dopo le 19 da dei ragazzi di Sopracroda e che sarebbero giunte dalla Valle dell'Ardo. Le squadre del Soccorso alpino di Belluno assieme ai vigili del fuoco e ai carabinieri hanno perlustrato l'area non avendo trovato alcun riscontro.
Raffaella Gabrieli
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Il Gazzettino