Profugo finge il furto del permesso Smascherato a Monaco e condannato

Profugo finge il furto del permesso Smascherato a Monaco e condannato
IL CASOPORDENONE Denunciare di aver perso il permesso di soggiorno e ritrovarsi a processo per simulazione di reato. È successo ad Ahmed Waheed, 46 anni, nato a Sialkot, in...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
IL CASO
PORDENONE Denunciare di aver perso il permesso di soggiorno e ritrovarsi a processo per simulazione di reato. È successo ad Ahmed Waheed, 46 anni, nato a Sialkot, in Pakistan, ieri condannato dal giudice Alberto Rossi (vpo Patrizia Cau) a 10 mesi di reclusione (pena sospesa). A tradire l'immigrato è stato il trattato di Schengen, che grazie alla tecnologia permette alle forze di polizia di condividere le banche dati in tempo reale. Waheed il 5 dicembre 2016 si era presentato in Questura a Pordenone e aveva denunciato il furto del permesso di soggiorno rilasciato a Pordenone il 19 maggio 2016, circostanza che gli aveva dato la possibilità di ottenere un secondo documento valido fino al 20 giugno 2017.

Dopo dieci giorni il ministero dell'Interno comunica che il permesso di soggiorno non è stato nè rubato nè smarrito, ma posto sotto sequestro dalla Polizia di Monaco di Baviera, dove l'immigrato era stato sottoposto a un controllo di routine. Ai poliziotti tedeschi aveva esibito il permesso di soggiorno originale, quello rilasciato nel maggio 2016, ma è bastato controllare la banca dati per scoprire che c'era una denuncia di furto. Il documento è stato così posto sotto sequestro, circostanza che ha fatto scattare un alert a livello telematico, subito intercettato dal ministero e segnalato all'Ufficio Immigrazione di Pordenone. Waheed, irreperibile, ieri era difeso d'ufficio dall'avvocato Anna Tomasini. Non è stato facile, nell'intricato giro di date e documenti, ricostruire la vicenda. Nè è stato possibile rintracciare l'imputato per avere una spiegazione. Forse è ancora in Germania, visto il 2 dicembre 2016 aveva presentato richiesta di asilo politico a Berlino.
© RIPRODUZIONE RISERVATAÈ
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino