Profugo finge il furto del permesso Smascherato a Monaco e condannato

Giovedì 13 Giugno 2019
IL CASO
PORDENONE Denunciare di aver perso il permesso di soggiorno e ritrovarsi a processo per simulazione di reato. È successo ad Ahmed Waheed, 46 anni, nato a Sialkot, in Pakistan, ieri condannato dal giudice Alberto Rossi (vpo Patrizia Cau) a 10 mesi di reclusione (pena sospesa). A tradire l'immigrato è stato il trattato di Schengen, che grazie alla tecnologia permette alle forze di polizia di condividere le banche dati in tempo reale. Waheed il 5 dicembre 2016 si era presentato in Questura a Pordenone e aveva denunciato il furto del permesso di soggiorno rilasciato a Pordenone il 19 maggio 2016, circostanza che gli aveva dato la possibilità di ottenere un secondo documento valido fino al 20 giugno 2017.
Dopo dieci giorni il ministero dell'Interno comunica che il permesso di soggiorno non è stato nè rubato nè smarrito, ma posto sotto sequestro dalla Polizia di Monaco di Baviera, dove l'immigrato era stato sottoposto a un controllo di routine. Ai poliziotti tedeschi aveva esibito il permesso di soggiorno originale, quello rilasciato nel maggio 2016, ma è bastato controllare la banca dati per scoprire che c'era una denuncia di furto. Il documento è stato così posto sotto sequestro, circostanza che ha fatto scattare un alert a livello telematico, subito intercettato dal ministero e segnalato all'Ufficio Immigrazione di Pordenone. Waheed, irreperibile, ieri era difeso d'ufficio dall'avvocato Anna Tomasini. Non è stato facile, nell'intricato giro di date e documenti, ricostruire la vicenda. Nè è stato possibile rintracciare l'imputato per avere una spiegazione. Forse è ancora in Germania, visto il 2 dicembre 2016 aveva presentato richiesta di asilo politico a Berlino.
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