(M.L.) Si era finto un avvocato e aveva spillato quasi 7mila euro a un anziano padovano. Ora però il truffatore, Aldo Foliero, 59enne di Foggia, ma domiciliato a Cologno Monzese,...
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Le indagini sono iniziate a marzo, quando un 77enne di Padova si è presentato negli uffici dell'Arma per denunciare il raggiro di cui era stato vittima. A febbraio, infatti, era stato contattato al telefono da parte del sedicente avvocato Ferrari, che gli aveva raccontato che non aveva pagato delle riviste per un conto totale di 1.930 euro, assicurandogli che c'era la concreta possibilità che sarebbe intervenuto un ufficiale giudiziario per procedere al pignoramento di beni a recupero della somma, con la successiva instaurazione di un procedimento penale. Tutto ciò, però, secondo il finto avvocato, poteva essere evitato eseguendo il versamento di questo importo su un conto corrente di cui il pugliese aveva fornito le coordinate.
L'anziano, intimidito dalla telefonata, ha deciso di procedere con il bonifico, con la convinzione che la cosa si sarebbe risolta definitivamente. Alcuni giorni dopo, però, lo stesso sedicente legale, l'ha richiamato fornendogli un numero di telefono di un giudice, al quale rivolgersi per archiviare definitivamente la pratica. Il finto giudice, contattato dall'anziano, gli richiedeva un ulteriore versamento di 4.900 euro sul conto corrente già utilizzato, per chiudere il procedimento una volta per tutte. Alcuni giorni dopo avere effettuato il secondo bonifico, l'anziano, confidatosi con il figlio, si è convinto di essere stato vittima di una truffa, per un danno complessivo di 6.830 euro, e si è presentato dai carabinieri per denunciare il fatto.
I militari hanno scoprto che l'iban fornito dal truffatore era riconducibile a una carta poste pay evoluta, intestata ad Aldo Foliero il quale, nel frattempo, aveva già prelevato tutto l'importo giacente. I militari, infine, oltre ad acquisire i filmati relativi ai prelievi eseguiti dall'indagato, ricostruivano tutti i movimenti della carta di credito appurando che, dal dicembre 2016 a marzo 2017, erano stati movimentati ben 39 mila euro, presumibilmente frutto di pregresse analoghe truffe commesse ai danni di altre vittime. Per questo i militari hanno richiesto al Pm lombardo l'applicazione della misura cuatelare detentiva affinché il truffatore venisse messo nelle condizioni di non poter più reiterare il reato.
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Il Gazzettino