Pramollo, la Regione getta la spugna

Pramollo, la Regione getta la spugna
L'ADDIOUDINE La Regione è costretta a rinunciare al progetto Pramollo in assenza di garanzie da parte della società proponente Doppelmayr. A renderlo noto alla 4. Commissione...

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L'ADDIO
UDINE La Regione è costretta a rinunciare al progetto Pramollo in assenza di garanzie da parte della società proponente Doppelmayr. A renderlo noto alla 4. Commissione del Consiglio regionale, presieduta da Vittorino Boem (Pd), è stato ieri a Trieste l'assessore alle infrastrutture Mariagrazia Santoro (nella foto) nel corso dell'audizione richiesta dalla leghista Barbara Zilli sullo stato di attuazione del progetto annoso e faraonico che vede la Regione impegnata con un finanziamento pubblico al 70% pari a 48 milioni di euro.

GLI SVILUPPI
La Regione ha chiesto al proponente privato (individuato dalla precedente amministrazione tramite evidenza pubblica) il piano economico finanziario a fronte del quale è iniziato un diniego: «Doppelmayr ritiene che il piano non sia asseverabile perché le convenzioni non sarebbero imputabili a lui ma al soggetto gestore dell'impianto stesso», ha spiegato Santoro precisando che oggi stando al codice degli appalti la partecipazione pubblica ad un project financing non potrebbe superare il 49%. «A luglio la presidente Debora Serracchiani rivela l'assessore ha scritto al governatore della Carinzia Peter Kaiser annunciando una serie di approfondimenti giuridici per revocare la manifestazione di pubblico interesse. Tutti i pareri si sono rivelati coerenti con quanto sembrava evidente fin dall'inizio ossia che le fideiussioni non potevano essere messe in discussione», dunque «abbiamo inviato un avvio di procedimento che implica la revoca della dichiarazione di pubblico interesse e attendiamo la scadenza perentoria confidando che in questo modo vengano alla luce gli ipotetici investitori mai palesati alla Regione». Il termine per il riscontro scade oggi.
L'IMPEGNO
«Nessun passo indietro, l'Amministrazione non si disimpegna rispetto al progetto puntualizza Santoro ma riteniamo che la non asseverazione del piano economico-finanziario e la questione delle garanzie sia cruciale rispetto alla percorribilità dell'emanazione del bando. È una soluzione che non ci piace, abbiamo sempre lavorato per creare le condizioni economiche e procedurali affinché il progetto andasse avanti». In caso di eventuale contenzioso tra le parti non è escluso che la Regione possa chiedere di essere risarcita: «Il non poter procedere in assenza del piano economico asseverato e adeguato e di garanzie irrinunciabili rappresenta un elemento per cui ad essere inadempiente è il proponente», precisa il direttore centrale Magda Uliana. «Nessun piano B rispetto a Pramollo ha risposto Santoro alle opposizioni ma la possibilità di investire i 48 milioni dovrà comunque riguardare la montagna con un focus su Pontebba».
LE REAZIONI
«Quanto appreso dirotta su un binario morto il progetto Pramollo che ha dimostrato man mano la sua debolezza strutturale commentano Barbara Zilli (Ln) e Luca Ciriani (FdI) e anche il vicepresidente Bolzonello ha manifestato dubbi sulla sua sostenibilità, fa strano che la Regione non conosca l'investitore straniero se non altro per curiosità istituzionale. La sensazione è che il proponente voglia lucrare qualcosa ai danni della Regione».

A portare l'attenzione sulle risorse in ballo 48 milioni è stato Riccardo Riccardi (Fi), chiedendo a Giunta e maggioranza se vi sia l'interesse a discutere sulla loro destinazione ad una settimana dalla Legge di bilancio. L'assenza di un piano B preoccupa Alessandro Colautti (Ap), già autore di una mozione ad hoc: «Il progetto avrebbe cambiato il volto dell'offerta turistica regionale, in questa Finanziaria un'idea alternativa andrebbe fatta per non trovarci in ritardo su eventuali soluzioni». Renzo Liva (Pd) invita alla cautela: «Non esponiamoci ad eventuali rischi, ci indebolirebbe». Secondo Roberto Revelant (Ar), «il dato politico riguarda la vallata di Pontebba che soffre ancora di una viabilità critica verso Pramollo, di programmatico è stato fatto molto poco al di là della pista ciclabile Alpe Adria». «Mancano gli atti formali obbligatori per definire il tutto osserva Enzo Marsilio (Pd) ma la Regione ha fatto tutti i passi necessari per arrivare ad una conclusione positiva».
Elisabetta Batic
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino