Polo Natatorio, sindaco cauto sui nuovi esborsi

Polo Natatorio, sindaco cauto sui nuovi esborsi
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POLO NATATORIO
ROVIGO Tutto rinviato a oggi. Nella riunione di Giunta di ieri pomeriggio solo una delle due delibere è stata approvata, ma non quella più importante che riguarda la destinazione di un ulteriore milione di euro per risolvere il debito con Unipol Banca. La Giunta Bergamin, insomma, fatica a trovare l'unanimità sul Polo Natatorio. Sul tavolo del sindaco è arrivata il mese scorso l'ingiunzione di pagamento dell'istituto di credito che finanziò nel 2006 la realizzazione delle piscine di viale Porta Po, da 6,3 milioni di euro circa. Attualmente sono a bilancio poco più di 5,5 milioni, manca il milione necessario a raggiungere la cifra per estinguere il debito (al netto degli oltre due milioni che Palazzo Nodari potrebbe essere chiamato a pagare a febbraio per il Lodo Baldetti) e poi tutto potrebbe essere risolto. La Giunta è stata aggiornata ad oggi, quando si ritroverà per valutare nuovamente quella delibera che permette di spostare le risorse dall'avanzo di bilancio residuo del 2017 al capitolo in questione. Da quanto emerge da ambienti vicino alla maggioranza, in questo periodo veramente in bilico, l'ulteriore rinvio all'approvazione è da ricercarsi nelle responsabilità politico-amministrative che comporta. Per oggi è prevista anche una conferenza stampa del sindaco Bergamin, che dovrebbe illustrare lo stato dell'arte di una situazione che, sin dall'avvio della sua Amministrazione, ne sta vincolando gli investimenti sulla città.

Veneto Nuoto, dichiarata fallita a inizio ottobre, aveva un accordo con il Comune che prevedeva in cambio della costruzione del Polo la sua gestione per 25 anni, al termine dei quali sarebbe poi tornato pienamente in possesso di Palazzo Nodari. Nella stessa convenzione, però, era prevista una surroga in caso di fallimento per il pagamento del finanziamento con Unipol, che, tra l'altro, non si è vista arrivare pagamenti dal 2014 ad oggi. A questo punto, quindi, la vicenda è passata totalmente in capo al Comune, che si ritrova a pagare un debito di cui non ha diretta responsabilità. Il problema è che nella convenzione del 2006 era previsto che in caso di inadempienza di Veneto Nuoto, perché scatti la surroga, il Comune di riprendesse la piscina in anticipo rispetto ai 25 anni pattuiti, oltre all'intera gestione. A quel punto Palazzo Nodari avrebbe potuto pagare direttamente il mutuo ed evitare questa situazione.
Alberto Lucchin
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Il Gazzettino