Pietre d'inciampo per ricordare Angelo e Giovanna

Pietre d'inciampo per ricordare Angelo e Giovanna
POLCENIGO Inaugurazione a Polcenigo e Budoia per le pietre d'inciampo, dedicate ai concittadini deportati nei campi di sterminio. ...

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POLCENIGO
Inaugurazione a Polcenigo e Budoia per le pietre d'inciampo, dedicate ai concittadini deportati nei campi di sterminio.

Sono stati gli studenti del liceo Leopardi Maiorana a lavorare sulle memorie dei due cittadini pedemontani, morti in un campo di concentramento, a pochi mesi dalla fine del conflitto mondiale, e a restituire i contributi alle amministrazioni comunali. Un uomo e una donna, oggetto di persecuzione da parte dei nazisti e ora ricordati anche a quanti passeranno per le vie di Budoia e di Coltura.
ANGELO E GIOVANNA
Budoia è stata la consigliera con delega alla Cultura Anna Ulian a portare avanti la richiesta, per il concittadino Angelo Sanson, budoiese nato nel 1924, che fu deportato a Buchenwald, dove trovò la morte il 27 dicembre 1944. I parenti, pochi ancora vivi, lo ricordano come un giovane allegro e spensierato, era il figlio di Nina, la levatrice del paese. A Polcenigo ha sostenuto la richiesta l'assessore Oliva Quaia e il contributo alla memoria è arrivato da Mario Cosmo, che ha fornito documenti agli studenti pordenonesi. «Il ricordo - spiega Quaia - è per Giovanna Bacharach, vedova Weinberg, deportata su delazione di italiani: a 65 anni, scomparse dopo il 4 aprile 1944, giorno del suo arresto da parte del criminale di guerra nazista Alfred Dornenburg. A Coltura gli anziani la ricordano come una persona generosa. Aveva lavorato per molti anni in una delle vetrerie più antiche di Venezia, come segretaria; viveva sola con una cagnetta, possedeva una radio che faceva ascoltare al vicinato. In paese sono rimaste alcune tracce di Giovanna Bacharach: un acquerello di rose gialle e un libro di ricette per dolci regalati alle vicine di casa. Le sorelle Virginia e Lucia ricordano che quando Giovanna fu prelevata, prima i nazisti e poi i fascisti spogliarono la sua casa. L'acquerello di Giovanna ha suscitato l'interesse per la vittima della Shoah, e dalle ricerche fatte sono emerse tre denunce anonime contro Giovanna, indicata nel 1942 come simpatizzante comunista. Le segnalazioni finirono nelle mani delle SS. Fu arrestata il 4 aprile 1944 e trasferita nel campo di concentramento di Fossoli. Internata per la sua conoscenza del tedesco fino allo sgombero del campo, il 2 agosto 1944, quando la rinchiusero nel campo di sterminio nazista di Bolzano. Giovanna Bacharach, matricola 2.133 riuscì a sopravvivere fino a marzo 1945, quando i nazisti la caricarono sull'ultimo convoglio per Auschwitz, dove morì». La posa della Pietra d'inciampo a Coltura sarà in via Maggiore, mentre il momento di ricordo in piazza della chiesa, sabato alle 10; lo stesso giorno, a Budoia alle 15 la pietra sarà posata in via Cialata, vicino all'abitazione di Sanson.

Francesca Giannelli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino